Negli ultimi tre anni, prima di un viaggio, sono sempre uscito di casa diretto verso un’edicola cittadina per comprare la Repubblica, per poi leggerlo sul bus, in metro, in aereo o in treno, sul bus e viceversa (al ritorno). Finito di leggerlo, il giornale finiva in archivio (ovvero nella mia piccola emeroteca).
Stamattina, però, ho cambiato la mia abitudine: il giornale l’ho comprato in aeroporto, visto che nelle mie città di domicilio e residenza il Fatto Quotidiano non si vende.
Così ho letto il Fatto in aereo (purtroppo non tutto, perché, visto che stanotte non s’è riuscito a dormire, mi è venuto l’abbiocco 😀 – leggerò il resto domani). Più tardi, in metro, ho ripreso in mano il giornale e mi sono chiesto di che utilità fosse per gli altri il lasciarlo nella mia emeroteca (fermo restando che ho pure la copia in pdf). Così, prima di scendere dal vagone ho lasciato FQ sul mio posto a sedere.
Magari qualcuno, spinto dalla curiosità vedendo questo giornale nuovo e pieno di notizie diverse già in prima pagina, deciderà di leggerlo per scoprire che la realtà è un po’ diversa da quella cui siamo abituati, che un giornalismo diverso è possibile.
Può darsi che la mia copia sia finita presto nella spazzatura, però mi viene da chiedere: e se lo facessimo in più persone, se lasciassimo il Fatto del giorno a disposizione di altre persone, sui mezzi pubblici o nei bar, mescolato insieme agli altri quotidiani? E poi, quanti di noi vanno a lavorare e studiare nella grande città (dove il Fatto arriva) e a sera tornano in periferia (dove invece non arriva), e finiscono in un bar per l’aperitivo prima di cena, a giocare una schedina del Superenalotto o in un pub con gli amici o altrove dove lasciare la nostra copia a disposizione di altri “meno fortunati”? Sarebbe una specie di “distribuzione distribuita”.
E sarebbe anche un esperimento divertente. 🙂