Fiat ha perso la battaglia per Opel. E adesso piangono tutti, a destra e a sinistra, mentre Sergio Marchionne sbuffa.
La battaglia, tuttavia, era già persa nel momento in cui Magna si è fatta avanti. Fiat ha “comprato” Chrysler, diventando diretto concorrente di General Motors, che possiede Opel.
Voi fareste un favore al vostro concorrente? Io no. E nemmeno GM, che per fare un simile sacrificio voleva farsi pagare caro e amaro, ma Fiat, da sempre squattrinata e indebitata cenerentola del panorama automobilistico, non poteva spendere niente (infatti avrebbe praticamente pagato lo Stato tedesco).
Morale della favola: Fiat voleva comprare Opel aggratis, come fatto con Chrysler. Ma se per Chrysler la vendita è stata obbligatoria grazie all’intervento di Barack Obama, in Europa, visto che non siamo tanto disperati, è stata rifiutata l’idea tutta italiana del capitalismo senza mercato e senza capitali (praticamente si voleva esportare la vicenda Alitalia all’estero).
Angela Merkel (e la Germania in generale, fortemente abituata alla concorrenza) ha avuto buon gioco ad usare le ambizioni di una fabbrichetta attaccata alla mammella dello Stato italiano (e dunque disabituata alla concorrenza, come la quasi totalità delle imprese italiane) per creare un parco di scelte (a differenza di Obama, che di scelte ne aveva una).
In tutto questo, complimenti alla Merkel e complimenti anche al governo italiano, che, come al solito, ha brillato per la sua assenza. E Franceschini, fammi il favore di non metterti a piangere.