Quando arriva il 9 maggio, puntualmente si fa grancassa per ricordare il ritrovamento dei cadavere di Aldo Moro, giornali e telegiornali ricordano Aldo Moro, le istituzioni ricordano Aldo Moro. Quest’anno Mediaset offre anche un film dedicato ad Aldo Moro.
Non va dimenticato che quello stesso giorno, il 9 maggio 1978, fu uccisa un’altra persona: Peppino Impastato, siciliano, fatto saltare in aria con una bomba sotto il corpo, abbandonato sui binari della ferrovia. Neanche a dirlo, l’avevo voluto la mafia.
Ci sono differenze fra i due? La risposta è ovviamente sì, a cominciare dal fatto che il sequestro Moro ha tenuto l’Italia per mesi con il fiato sospeso, dunque la campagna mediatica dovrebbe essere ampiamente giustificata. Ma qual è la differenza oggi?
In poche parole, mentre le Brigate Rosse, responsabili dell’assassinio Moro, sono state sostanzialmente sgominate, non è così per la mafia, che ancora oggi è nel tessuto italiano, dalla politica agli affari.
Va bene ricordare il passato, ma non bisogna dimenticare il presente: le mafie sono in mezzo a noi oggi, e sforzarsi di non ricordare le sue vittime è un favore che i media (la televisione in particolare) fanno ai boss della malavita che strozzano il Paese.
Mi fa paura vedere che due omicidi, tanto simili quanto allo scopo che avevano gli esecutori, siano messi su piani tanto diversi da chi dovrebbe fare informazione e ricordare, ogni giorno, che la mafia è in mezzo a noi. Silenziosa. Ma implacabile.