I germanesi, questi poveracci (parte seconda)

Per International Business Times

La Germania si avvia verso le elezioni autunnali con un solo ritornello: questa Europa non la paghiamo. Cresce il sentimento antieuropeista e giornali e istituzioni cavalcano l’onda con argomenti, come già successo, alquanto bizzarri.

IBTimes Italia aveva già riportato la storia dei tedeschi che, contrariamente al pensiero comune, sarebbero più poveri rispetto a spagnoli e italiani, solo per fare qualche esempio. Lo studio citato dalla FAZ attribuiva agli italiani, fra gli altri, ben 30mila euro di ricchezza in più rispetto ai tedeschi, e già all’epoca avevamo storto il naso circa statistiche che raccontavano una verità parziale.

Stavolta è la Bundesbank, la banca centrale locale, a cavalcare quest’onda anomala. Per la BuBa i tedeschi hanno un patrimonio mediano di 51 400 euro, minuscolo se confrontato con quello italiano (163 900 euro) o quello spagnolo (178 300). Peccato che, anche questa volta, i tedeschi commettano un madornale errore di metodo: i dati sono estremamente disomogenei.

Intanto le statistiche sono diverse: il caso è analizzato utilizzando dati a campione, insomma è un sondaggio (e noi italiani sappiamo bene che non sono granché perfetti). Il difetto principale, in questo caso, è che la ricchezza tedesca, di natura principalmente finanziaria, è probabilmente sottostimata (dire di avere una casa di proprietà è “più facile” che dire di avere un po’ di titoli in banca). In secondo luogo i dati confrontati si riferiscono a periodi diversi, più recenti quelli tedeschi (2011), precedenti quelli spagnoli (2008). La differenza non è da poco: ci passa una crisi del mercato immobiliare che, negli ultimi anni, ha distrutto il valore delle case nella penisola iberica.

Ancora: nel sud Europa è più diffusa la proprietà privata della casa (riporta Die Welt che in Italia ce l’ha il 68,4%, in Spagna l’82,7%), mentre in Germania è maggiormente diffuso il modello di proprietà pubblica (e infatti, la casa di proprietà è realtà solo per il 44,2%, e si scende al 33% nella Germania ex-comunista). Se analizzassimo (come fa sempre Die Welt) i dati fra gli stessi tedeschi, noteremmo che quelli con casa di proprietà (senza mutui) arrivano a 255 600 di mediana, mentre quelli che invece stanno ancora pagando il mutuo si fermano a 160 200. Gli inquilini sprofondano a 10mila euro. La casa, insomma, ha il suo peso (e gli italiani lo sanno bene, visto quanto è stata tartassata nel 2012).

Non va poi ignorata la questione demografica: in Germania i giovani vanno via di casa prima e, com’è facile immaginare, i giovani hanno un patrimonio di partenza molto più basso. In Italia, invece, i giovani escono di casa più tardi, e contribuiscono ad aumentare la ricchezza del proprio nucleo familiare di partenza. La ricchezza è dunque concentrata in famiglie più numerose in Italia di quanto non sia in Germania.

Dati maggiormente omogenei dovrebbero giungere dalla BCE entro fine aprile. Intanto immaginiamo che dovremo sopportare i dati parziali, disomogenei e disonestamente esposti provenienti da una Germania sempre più in preda all’isteria.

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