S’i fosse Renzi

Non ho idea di quali siano i piani della gerontocrazia del PD, ma un’idea di fondo ce l’ho: i vecchi e i nuovi vecchi desiderano salvare se stessi, più che il PD. È il motivo per il quale hanno cambiato nomi e fuso partiti senza riuscire ad ottenere risultati decenti, se non quello di evitare di affrontare gli epocali fallimenti di cui sono responsabili dal 1994 a questa parte.

Ora in direzione nazionale pare vogliano tirare in ballo Renzi, che non ha doti taumaturgiche, ma si è costruito una fama di rottamatore e fedeltà al PD spendibile in un momento storico in cui la rottamazione è inevitabilmente venuta di moda con l’exploit del Movimento 5 Stelle e il tracollo del PD. Ma l’obiettivo è lo stesso: salvare sé stessi, poi, appena le acque si saranno calmate, tornare a fare i falliti di sempre.

Per questo, se fossi Renzi e fossi chiamato a salvare il salvabile, agirei così.

C’è da fare un governo con Grillo, per cui per quanto riguarda le trattative esterne proporrei un governo di scopo per fare le riforme base (meno parlamentari, meno stipendi, meno finanziamenti, zero conflitti di interesse, legge elettorale, eccetera). A riguardo ho scritto abbastanza.

Poi c’è la questione interna. I vecchi (compresi “giovanotti” come Enrico Letta, che abbandonò l’asilo per fare il parlamentare) devono firmare un documento pubblico in cui assicurano sostegno incondizionato al Partito Democratico per il bene del partito anche alla fine della legislatura e che si leveranno dalle scatole alla fine della legislatura. Scusate la ripetizione, ma la cosa va chiarita per bene.

I motivi sono questi:

  1. se si vuole fermare l’emorragia di voti, occorre dare un segnale di radicale discontinuità, perché con il Doge al 25% certe riforme (quelle di cui sopra) non sono più differibili, e la gerontocrazia del PD, semplicemente, non ha alcuna credibilità per farle (ricordiamo Violante e l’onorevole Letta);
  2. quelli che sono ormai tutt’uno con la poltrona (tipo Rosy Bindi) non devono avere spazi: se se ne vanno, se fondano un altro partito, se si mettono a fare opera di logoramento come fecero con Veltroni e Monti vanno additati per quello che sono, dei traditori e del PD e del Paese. Se vogliono sostenere il PD, lo facciano da esterni, ma riconoscano di avere ultrafallito, e più di una volta.

Voi direte, giustamente, che i vecchi sono capibastone, muovono tessere e voti specie al Sud, per cui, anche in presenza di una tale dichiarazione, sparare alle gambe di Renzi è un attimo. Giusto. Il punto è che o si salva il PD o non si salva nessuno. Se i vecchi si autorottamano, se Renzi riesce a dare agli elettori un partito credibile e nuovo, magari qualcosa si salva, e i vecchi, seppure ritirati a vita privata, riusciranno a salvare la faccia davanti alla Storia.

Se i vecchi rimangono abbarbicati ai propri interessi, dichiararli traditori del partito e del Paese sarebbe facilissimo, perché per nascondere il loro fallimento serve un tappeto formato Australia: il PD perderebbe voti dove i capibastone contano di più, ma pure dove contano meno, visto che Grillo avrebbe gioco facile a conquistare i voti di chi non sopporta più i vecchi. La regione Marche già pare prepararsi a cambiare colore, e non sarebbe l’unica Regione a passare dal rosso al giallo. Il PD verrebbe massacrato e ai vecchi verrebbe concesso, al massimo, un altro giro di giostra accrocchiandosi in ospizi politici con gentaglia come Casini, dopodiché finirebbero come Fini, Di Pietro e i comunisti, perché nella retorica assurda dei grillini ogni volta che gli fai notare le contraddizioni del M5S la risposta “e quegli altri allora?” farebbe crollare ogni argomento. È indiscutibile che siamo alle battute finali di questa lunghissima partita a Jenga chiamata Prima Repubblica: una discontinuità vera finalmente arriverà, anche se rischia di essere il default, con tutto il rigurgito fascista che consegue ad ogni crisi economica epocale. Magari il Doge governerà sulle macerie, o arriverà Alba Dorata, chissà: perché dopo la Rivoluzione, segue l’Impero, non la Democrazia.

Tornando al PD: se la gerontocrazia del PD accetta le condizioni di cui sopra, bene, proviamoci a far sì che la discontinuità non distrugga il Paese. Se dice di no o tentenna, se fossi Renzi, saluterei e tornerei a sedermi sulla riva dell’Arno ad aspettare che passino i cadaveri dei vecchi del PD.

Purtroppo nulla so dei piani di Renzi, ma dopo le elezioni di una settimana fa, ogni passo è un salto nel buio, facciamocene una ragione.

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3 Comments

  1. Come mai un uomo di grande sapienza come te si perde ad immaginare cosa accadrà al PD?
    No scherzo, l’analisi mi pare attendibile, il punto è che il futuro del PD ormai conta molto poco. Queste cose bisognava farle prima delle passate elezioni, ormai hanno perso credibilità e hanno spinto molti elettori ad attraversare la sottile linea rossa che li ha staccati dal voto di comodo che davano al PD. Chi continua a votare dx e sx è gente che non segue neanche le vicende politiche come si dovrebbe, o lo fa con così tanti pregiudizi che non cambierebbe mai bandiera. E’ questo a salvare il PD ma anche il PDL.

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