Felipe II e l’Italia del 2011 (ovvero, come l’Italia corre verso il declino)

Perché vedendo Presa Diretta e discutendo su Twitter le analogie con l’Italia del 2011 erano per nulla poche.

  1. I bassissimi tassi d’interesse arrivati grazie all’euro erano (in proporzione) come l’oro americano per la Spagna: nessuno dei due Paesi ne ha approfittato per favorire lo sviluppo economico, ma ha sprecato quella manna dal cielo;
  2. Nella Spagna di Felipe quelli che volevano lavorare venivano cacciati, mentre gli altri ingrossavano le fila di una burocrazia inefficiente e di un esercito donchisciottesco; nell’Italia del XXI secolo quelli che vogliono lavorare devono firmare contratti del cassio (compresi quelli che stanno nella PA) o si cacciano da soli dal Paese, mentre gli altri (compresi certi imprenditori) si attaccano al sempre più arido seno statale (non mi riferisco tanto ai fortunati lavoratori che hanno potuto godere, ormai anni addietro, di un contratto a tempo indeterminato e che se lo meritano ogni giorno, quanto ai vari Trota e Minetti che vengono assunti grazie agli agganci di papà o di papì da questo o quel Comune, Provincia, Regione, Stato, Ente Pubblico, con megastipendio assicurato e pensione d’oro). La burocrazia italiana, inutile dirlo, resta inefficiente, basti guardare chi guida il ministero apposito;
  3. Gli italiani, come gli spagnoli di allora e dei greci di oggi, diventeranno (diventeremo) sempre più ingovernabili, con una conseguenza non da poco. Già oggi si organizzano manifestazioni a sostegno dei greci, i tartassati dall’Europa, dicono, dimenticando un paio di cosette: 1) è dal 2004 che l’Europa riempie di cartellini gialli i bilanci pubblici della Grecia; al governo c’era Karamanlis, che fece orecchio da mercante mentre truccava i conti; i poveri tartassati greci, però, godevano della situazione, delle assunzioni nella PA, dell’evasione fiscale che era la regola, tanto che nel 2007 rielessero Karamanlis; 2) i greci oggi non hanno alcuna ragione di protestare contro il Governo, men che meno contro l’Europa: l’occupazione militare di un Paese governato da criminali votati da cornuti non è presente nei trattati europei (purtroppo, ci saremmo liberati del nostro da anni), tutto quello che poteva fare Eurostat era dire “i conti non tornano, i conti non tornano, i conti non tornano”; 3) le misure che gli “alternativi” propongono ai tagli di stipendi e lavori pubblici sono lotta all’evasione e alla corruzione, una cosa sacrosanta, ma che richiede tempo per avere frutti, mentre la Grecia non ha i soldi per pagare gli stipendi del mese di ottobre 2011. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso: i licenziamenti degli statali sono ormai inevitabili, qualunque sia l’esito della crisi. E attenzione: nel giro di qualche mese, se il percorso non verrà cambiato, pure l’Italia comincerà a scricchiolare: la necessità di fare cassa subito, aggravata da una recessione sempre più probabile, ci costringerà a tagliare stipendi, pensioni e posti di lavoro più di quanto non sarà necessario fare se agiamo ADESSO.

Se il percorso è questo, il declino italiano continuerà, probabilmente per meno di tre secoli, ma ci farà comunque piombare in una depressione che sarà più profonda e grave di quella di altri Paesi europei (Spagna compresa).

Se ne può uscire? Certo, sono mesi che scrivo di manovre alternative (vedi questo e questo, giusto per citarne due), migliori ma più impopolari di quelle proposte dal nostro governo. Invece di protestare a sostegno dei greci, dovremmo farli bollire nel pentolone in cui essi stessi si sono infilati, e protestare contro i nostri, di governanti, per chiedere una manovra vera. Più tempo si perde e più diventa probabile che pure noi saremo costretti a licenziamenti di massa e tagli di stipendio di impiegati statali (cosa che si deve comunque fare, ma in modo più morbido, con privatizzazioni e bloccando il turn over in modo più selettivo di quanto si faccia oggi, quando il turn over serve a licenziare insegnanti e fare classi pollaio per permettere al ministero di assumere megadirigenti che immaginano l’esistenza di tunnel dalla Svizzera agli Abruzzi). Non mi stupisce che gli ultimi mohicani di un’ideologica politica sgretolatasi vent’anni fa nel giro di pochi mesi non siano in grado di capire l’ovvio, e organizzino manifestazioni a favore dei greci.

Il modo migliore, credo, per chiudere questo papiro di confronto fra la Spagna di Felipe II e l’Italia di oggi, è citare una certa canzone: «dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa il nemico si fa d’ombra e s’ingarbuglia la matassa». La canzone è “Don Chisciotte“, protagonista del più grande romanzo spagnolo, usato per denunciare, già poco dopo la morte di Felipe, la totale inadeguatezza della classe dirigente spagnola per affrontare le sfide del mondo che sarebbe nato nel 1648 a Westfalia (per dire, gli spagnoli si accorsero che qualcosa stava cambiando solo undici anni dopo).

Allo stesso modo ciò che va denunciato è l’inadeguatezza della nostra classe dirigente, e non solo di Berlusconi, ma pure delle opposizioni (compresi SeL, Grillini e IdV, su cui magari mi dilungherò altrove), basti rivedere l’intervista di domenica di Pierluigi Bersani a Che Tempo Che Fa, il quale, dopo avere annunciato che si sarebbe ritirato dopo la prossima legislatura (da quella stessa poltrona Veltroni annunciò che se ne sarebbe andato in Africa), si inventava un’assurda definizione di “spread” e si appropriava di meriti non suoi (il successo del referendum elettorale).

Ecco, se esiste qualcosa contro cui protestare, questa cosa sono questi vecchiacci fuori dal tempo, che nella migliore delle ipotesi sono in politica da oltre vent’anni.

Ora anche basta. Il mondo è cambiato e chiede competenze più fresche e ideologie meno anacronistiche (meglio ancora, nessuna ideologia).

Photo credits | Sailko [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons

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3 Comments

  1. Ottimo articolo (come sempre). Posto che, però, una scelta bisogna farla (almeno, io sono convinto di doverla fare), quale delle opposizioni? (Non ti voglio portare in politica/polemica, ti sto solo spronando a fare il post sulle opposizioni! 🙂 ).
    C’entra poco, ma avrei una richiesta: potresti spiegare agli ignoranti come me cosa significherebbe un default “pilotato” (della Grecia, ma per analogia, potrebbe anche essere dell’Italia)? Graaaaaazie. 🙂

    1. >ti sto solo spronando a fare il post sulle opposizioni!

      Il problema a mio modo di vedere è questo. Dal mio punto di vista la destra e il centro sono invotabili in quanto liberticidi.

      A sinistra: il PD non è assolutamente nulla, ha tremila posizioni su ogni possibile topic politico e continua a respingere ogni istanza di rinnovamento. L’IdV, a parte le posizioni sulla legalità, si rivela essere troppo democristiano e poco laico, e su questioni non “giudiziarie” non ha posizioni coerenti (soprattutto in economia). SeL continua a proporre ricette troppo comuniste. M5S continua con la politica di isolazionismo, per cui è come votare una scheggia impazzita.

      Quando mi richiameranno a votare vedrò i loro programmi e mi comporterò di conseguenza: al momento sono deluso.

      >potresti spiegare agli ignoranti come me cosa significherebbe un default “pilotato”

      Senza volere entrare nel dettaglio (vedremo se riesco in un post: l’argomento è ampio), i creditori della Grecia accettano di vedere i propri crediti tagliati di un tot o spalmati su più anni, mentre l’Europa appresta una rete di sicurezza per evitare il collasso del sistema economico, a cominciare dalle banche che andranno in sofferenza, il che potrebbe pure scatenare una corsa agli sportelli (e quindi evitare che queste smettano di prestare denaro alle imprese, le quali a loro volta saranno in difficoltà e costrette a licenziare; di conseguenza lo Stato dovrà farsi carico di questi nuovi disoccupati, mentre la gente consumerà meno – danneggiando ulteriormente le imprese – risparmierà meno – danneggiando le banche e lo Stato – e pagherà meno tasse – danneggiando lo Stato, cioè noi).

      Default pilotato significa quindi che le inevitabili difficoltà derivanti dal default greco saranno gestite in modo tale da fare meno danni possibili, e comunque meno di un default disordinato con le conseguenze descritte sopra.

      1. Concordo sulla prima parte del post (non che ti possa interessare, ma mi sto convincendo a votare M5S più per dare un segnale agli altri che per altro) e ti ringrazio per la spiegazione sul default pilotato!

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