La caduta di Report

Milena GabanelliHo già detto in passato che bisogna vedere Report cum grano salis, perché tendiamo a fidarci circa argomenti che non conosciamo, non riuscendo a riconoscere le eventuali caxxate dette dal reporter. Ricordate il casino che scoppiò quando Report parlò di internet? Tutti i buchi di preparazione vennero alla luce assieme ad evidenti caxxate e terrorismi psicologici, sicché la rete, internet, fece scoppiare la polemica: tutti scoprimmo che Report non era infallibile, tutt’altro!

Report di questa domenica si è comportato allo stesso modo, spargendo una marea di caxxate che la metà potrebbe bastare sulla SPECULAZIONE (robaccia complottista smentita in un gazillione di articoli su questo blog – accomodatevi). Non scoppierà alcuna polemica perché si parla di economia, di cui ci capiscono qualcosa in quattro gatti [e di finanza pure meno]. Basti parlare dell’introduzione, in cui si ricorda che nel capitale di chi controlla le agenzie di rating ci sono i fondi di investimento (tipo i fondi pensione, non gli hedge fund). La mia reazione è stata: “embé?”. Seguendo lo stesso ragionamento Mediaset non è di Berlusconi, ma degli investitori istituzionali (fondi compresi), che posseggono la maggioranza relativa.

Ma la cosa peggiore è un’altra: tutti gli “esperti” interpellati sono figure collegate alla sinistra “anticapitalista\antibancaria”. Il che non sarebbe un problema se ci fosse qualcuno che parli della stessa vicenda da un punto di vista diverso, sviluppando almeno una parvenza di dibattito, di pensiero plurale, invece no: le opinioni richieste sono omologate, dipingendo la realtà di un solo colore, quello del sangue di “morte agli speculatori”. Ridicolo.

Fra quello che mi sono segnati, Report ha interpellato Andrea Fumagalli e Marco Revelli, che scrivono entrambi sul Manifesto (giornale comunista e anticapitalista); ha intervistato una deputata della Die Linke (partito postcomunista e anticapitalista); quindi Kuttner, americano ultraliberal (cioè quasi comunista); Toussaint, la cui bibliografia parla da sola. C’era una signora di cui non sono riuscito ad appuntarmi il nome, che parlava degli speculatori che giocano al ribasso, bastardi, senza nominare gli speculatori che giocano al rialzo, che fanno andare alle stelle le azioni o che riducono gli spread. Quelli che sono? Gli speculatori buoni, signora? Ma ci pigliamo in giro o che?

Insomma, tutto e tutti dovevano dire “speculatoridimmerda”, e non può né deve esistere un’idea, un’opinione diversa, fosse pure smentita o ridicolizzata dai commenti del reporter. Quella non era un’inchiesta, era un editoriale, non si parlava di fatti, si raccontava una e una sola opinione. Questo è cattivo giornalismo, cattivo giornalismo inutile, tra l’altro (ci arrivo fra un attimo).

Poche le luci, in sostanza resta solo quelle ultralegate al buon senso e di cui ho ben parlato (come la necessità di una unione fiscale europea, o la colpa di Clinton di aver riformato malissimo la legge bancaria). Infine la chiosa della Gabanelli, che parla di “politica collusa o incompetente”, ed era di questo che si doveva parlare.

Io capisco che le agenzie di rating abbiano declinato l’invito a parlare coi giornalisti di Report, ma cercare uno o due esperti che cantino fuori dal coro? Possibile che tutti gli esperti e i politici chiamati a rispondere facessero parte dello stesso club solo per caso e non per scelta?

Pochi minuti prima che iniziasse la trasmissione twittavo che durante Report mi sarebbe venuto da piangere. Purtroppo è andata peggio: ho dovuto dare ragione a Berlusconi e Tremonti. Talvolta certe trasmissioni sono faziose.

Stavolta è toccato a Report, che come Presa Diretta si è coperto gli occhi con due spesse fette di prosciutto ideologiche. E davvero non ce n’era bisogno di essere faziosi: si poteva (e SI DOVEVA) parlare delle innegabili storture della finanza senza dovere necessariamente sfociare nel complottismo, nel populismo e, più semplicemente, nelle cassiate.

La comprensione, e quindi la soluzione, di questa crisi è ancora più lontana, dopo stasera.

Photo credits | http://www.report.rai.it (original uploader was Trixt at it.wikipedia) [CC-BY-SA-3.0], attraverso Wikimedia Commons

Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).

7 Comments

  1. Io non sono un economista, ma vedendo i 2 minuti della spiegazione delle vendite allo scoperto (mi faccio prestare 2 miliardi di €uro di titoli, li vendo, il prezzo cala, li ricompero, ci guadagno) ho pensato che non era aria ed ho guardato altro! Tutto semplicistico e impreciso (dov’è il rischio? Chi mi presta i titoli? Chi li compera?…).

    1. Non sarai un economista, ma hai capito in un lampo i termini della questione: nessun player del mercato sano di mente tratterebbe la cosa in modo così semplice come descritto. Tutti nel campo sanno una cosa: guadagnare in borsa è facilissimo, ma ancora più facile è perdere tutto in una manciata di minuti.

  2. Tooby, tu sei davvero convinto di poter trovare, oggi, un solo investitore disposto a difendere le virtù del sistema finanziario mondiale? Chi avrebbe dovuto sentire Report? Il mago Otelma? Nella puntata di ieri ho visto un’intervista ad un broker tedesco, che credo non si possa facilmente ascrivere alla sinistra anticapitalistaantibancaria o antinonsocosa. Beh, anche lui, come chiunque abbia un po’ di sale in zucca, descriveva una situazione del tutto squilibrata, e lo sfascio economico e sociale che questo sistema ha prodotto. Era fazioso anche il broker?

    Trovo poi del tutto inappropriato il paragone tra le agenzie di rating e Mediaset. Sai meglio di me quale ruolo possono avere le prime nel far degenerare una crisi finanziaria. Com’è sempre accaduto del resto. 

    E non è una stortura macroscopica che queste agenzie siano solo americane? 

    Io non ho sentito teorie “complottiste” ieri sera, nè tantomeno “populiste”. E mettere in fila tanti “ismi” non da forza a un ragionamento.

    Ho trovato la puntata ben congegnata, e molto interessante. Tra l’altro sentire finalmente in una trasmissione del servizio pubblico quale sia stato il ruolo di DeutscheBank nell’avvio della crisi, e quale sia il giochino che i tedeschi stanno facendo sulla nostra pelle, mi è sembrato lodevole.

    1. >Tooby, tu sei davvero convinto di poter trovare, oggi, un solo investitore disposto a difendere le virtù del sistema finanziario mondiale?

      Leggi l’articolo fino in fondo.

      > Chi avrebbe dovuto sentire Report? Il mago Otelma?

      Seminerio, per esempio: il suo numero già ce l’hanno.

      >Nella puntata di ieri ho visto un’intervista ad un broker tedesco, che credo non si possa facilmente ascrivere alla sinistra anticapitalistaantibancaria o antinonsocosa. Beh, anche lui, come chiunque abbia un po’ di sale in zucca, descriveva una situazione del tutto squilibrata, e lo sfascio economico e sociale che questo sistema ha prodotto. Era fazioso anche il broker?

      Di nuovo, l’articolo, fino in fondo.

      >Trovo poi del tutto inappropriato il paragone tra le agenzie di rating e Mediaset. Sai meglio di me quale ruolo possono avere le prime nel far degenerare una crisi finanziaria. Com’è sempre accaduto del resto.

      Le agenzie di rating hanno ordinato alla Grecia di falsare i conti? All’Irlanda di lasciar fare le banche fino a far loro accumulare debiti diverse volte il PIL? Al Portogallo di lasciar morire il miracolo economico? Alla Spagna di permettere una crescita squilibrata? All’Italia di non fare le riforme e di occuparsi delle grane giudiziarie del premier?

      Se sei disposto a credere a questo, il tuo discorso può avere un senso. Ma dubito tu per primo voglia crederci.

      > E non è una stortura macroscopica che queste agenzie siano solo americane?

      Peccato non sia così. Intanto Fitch è francese http://blog.tooby.name/2011/07/09/grecia-e-portogallo-verso-il-fallimento-i-falsi-miti-delle-agenzie-di-rating/

      in secundis non capisco che c’entri che siano americane: S&P ha declassato pure gli USA…

      >Io non ho sentito teorie “complottiste” ieri sera, nè tantomeno “populiste”. E mettere in fila tanti “ismi” non da forza a un ragionamento.

      Quella degli speculatori cattivi è una teoria complottista e populista, segui il link fornito sulla parola “Accomodatevi” nell’articolo e poi riparliamone: per mesi ho riportato fatti che spiegavano l’immane sell-off sui mercati senza scomodare gli agenti del Nuovo Ordine Mondiale, come han fatto ieri i sedicenti esperti citati da Report.

      >Ho trovato la puntata ben congegnata, e molto interessante. Tra l’altro sentire finalmente in una trasmissione del servizio pubblico quale sia stato il ruolo di DeutscheBank nell’avvio della crisi

      Quale giochino? Scusa, se tu compri delle azioni di un’azienda che va male, che fai, te le tieni fino a perdere fino all’ultimo centesimo? Un investitore razionale vende, ed è ciò che ha fatto DB (e non solo DB, ma pure delle banche italiane, sia pure in misura inferiore – in compenso queste hanno venduto altri titoli PIIGS, sicché gli speculatori maledetti sulla pelle dei greci saremmo noi)

      >e quale sia il giochino che i tedeschi stanno facendo sulla nostra pelle, mi è sembrato lodevole

      Quale giochino? Se affonda l’Italia, affonda pure la Germania. E se affonda solo la Grecia la Germania non se la passa meglio: un default incontrollato costa una cosa come 8 volte il salvataggio. Solo il primo anno.

      Non prendiamoci in giro.

  3. Tooby, grazie per i ripetuti inviti, ma il tuo articolo l’ho letto fino in fondo 🙂 e credo con la dovuta attenzione.
    Alcune considerazioni sulle tue risposte:
    Hai ragione, Fitch è francese (dal ’97), e ha il 15% del mercato. Il resto se lo spartiscono le sorelle americane.
    E hai ancora ragione quando dici che le CRAs non hanno particolari responsabilità nella crisi del debito dei Pigs. Io stesso ho scritto che hanno avuto un ruolo nel processo di degenerazione della crisi, ma certo non l’hanno creata loro. Ne hanno avute eccome invece per quanto riguarda i subprime nel biennio 2007/2008 e nella bancarotta Lehman Brothers sempre nel 2008. E da li’ è partita l’onda lunga della crisi finanziaria globale. 
    Più in generale l’esistenza delle CRAs si fonda su un evidente conflitto di interessi. La valutazione espressa su uno strumento finanziario viene quasi sempre prodotta su richiesta dell’emittente. Così la banca, l’ente o l’azienda che devono piazzare un titolo pagano per essere valutati. Non il massimo della trasparenza insomma, come Report ha provato a spiegare.

    Il giochino di DeutscheBank è stato quello di tagliare  l’esposizione sui BTP italiani per un controvalore di circa 8 miliardi di euro, facendo contestualmente incetta di CDS collegati alle obbligazioni italiane. Come dire, hanno scommesso sul nostro fallimento. Niente di esoterico, per carità’, ma merito di Report è averlo spiegato in modo comprensibile a tutti. Anche questo è servizio pubblico, o no?
    Per quanto riguarda la controversia speculatori brava gente Vs speculatori sterco del demonio, devo dire che mi appassiona poco. Non era il focus dell’inchiesta di Report peraltro, che ha provato, secondo me in modo intelligente, a spiegare quali siano le storture del sistema finanziario, e come queste si riflettano sulla vita della gente. 
    In nessun modo comunque Report ha sostenuto la tesi che le CRAs sono all’origine della crisi del debito dei paesi europei. Ne’ ho sentito riferimenti a fantomatici agenti di un Nuovo Oridne Mondiale. Ho ascoltato invece opinioni circostanziate sulla precarietà e lo squilibrio dell’ Ordine attuale.   

    1. >Tooby, grazie per i ripetuti inviti, ma il tuo articolo l’ho letto fino in fondo 🙂 e credo con la dovuta attenzione.

      Perdonami, tu hai parlato di “difendere le virtù della finanza”, mentre io parlavo esplicitamente delle sue storture, la cosa non era così pacifica.

      >Ne hanno avute eccome invece per quanto riguarda i subprime nel biennio 2007/2008 e nella bancarotta Lehman Brothers sempre nel 2008.

      No, nonostante la leggenda, le agenzie di rating valutarono in modo corretto il merito di credito, ma sopravvalutarono il contorno. Infatti LB non fallì per problemi di solvibilità, bensì per crisi di liquidità. Può sembrare una questione di lana caprina, ma non lo è.

      >E da li’ è partita l’onda lunga della crisi finanziaria globale.

      In verità la crisi nasce nel 1999, con la maledetta riforma bancaria, e di bolla in bolla (new economy, case, eurodebito) è arrivata a noi.

      >Più in generale l’esistenza delle CRAs si fonda su un evidente conflitto di interessi. La valutazione espressa su uno strumento finanziario viene quasi sempre prodotta su richiesta dell’emittente. Così la banca, l’ente o l’azienda che devono piazzare un titolo pagano per essere valutati. Non il massimo della trasparenza insomma, come Report ha provato a spiegare.

      Resta un fatto: i downgrade arrivano dopo i crolli. Le agenzie di rating sono dietro la curva, in ritardo. Gli investitori bravi fanno i compiti a casa e sanno cosa diranno le agenzie di rating mesi prima che esse comincino a pensarle (e io ne sarei una prova, nel mio piccolo).

      >Il giochino di DeutscheBank è stato quello di tagliare l’esposizione sui BTP italiani per un controvalore di circa 8 miliardi di euro, facendo contestualmente incetta di CDS collegati alle obbligazioni italiane. Come dire, hanno scommesso sul nostro fallimento. Niente di esoterico, per carità’, ma merito di Report è averlo spiegato in modo comprensibile a tutti. Anche questo è servizio pubblico, o no?

      Questa ricostruzione è falsa: Deutsche Bank ha comprato CDS per ridurre l’esposizione sui BTP, non potendo vendere perché altrimenti avrebbero fatto crollare il valore dei BTP stessi in due minuti. Non hanno scommesso *contro* l’Italia, hanno sterilizzato le proprie scommesse *a favore* dell’Italia per evitare perdite ulteriori. I BTP DB ce li ha ancora in portafogli, ma sterilizzati dai CDS. Insomma, ha usato uno strumento derivato a fini di hedging, non di speculation.

      >Per quanto riguarda la controversia speculatori brava gente Vs speculatori sterco del demonio, devo dire che mi appassiona poco. Non era il focus dell’inchiesta di Report peraltro, che ha provato, secondo me in modo intelligente, a spiegare quali siano le storture del sistema finanziario, e come queste si riflettano sulla vita della gente.

      Ha raccontato le storture-effetti, ma ha completamente cannato sulle storture-cause, questo è il punto del mio discorso.

      >In nessun modo comunque Report ha sostenuto la tesi che le CRAs sono all’origine della crisi del debito dei paesi europei. Ne’ ho sentito riferimenti a fantomatici agenti di un Nuovo Oridne Mondiale. Ho ascoltato invece opinioni circostanziate sulla precarietà e lo squilibrio dell’ Ordine attuale.

      I continui rimandi alla speculazione hanno azzoppato la trasmissione. Speculazione che continua a non esistere: se vogliamo essere proprio precisi, i famigerati hedge fund da almeno un anno comprano titoli dei PIIGS perché credono che tutto si risolverà. L’indice che ne traccia i rendimenti è perennemente in negativo da diversi trimestri, e qualcuno ci ha già rimesso le penne, vedi http://blog.tooby.name/2011/11/01/gli-speculatori-cattivi-falliscono-2/

      Gli squilibri esistono, ma non è inventandoci cause esterne che li riequilibriamo. La speculazione è l’ultimo appiglio di governi palesemente in affanno, non solo in Italia.

Comments are closed.