Pietre miliari del giornalismo italiano /46

Suushi Yurei

Articolo aggiornato dopo la pubblicazione.

Alessandro Cori (Repubblica, edizione di Bologna) colpisce ancora. Ve lo ricordate l’articolo che insultava i pilastri della professione? Anche stavolta è accaduto qualcosa di simile (tralasciamo i problemi puramente stilistici: capisco che scrivere sempre di nera è un po’ frustrante e si cerca di variare per tenere vivo l’umore).

Fabio, nei commenti di quell’articolo, mi segnala che un articolo che parla della morte di Dario D., infarcito di citazioni dal profilo Facebook di… Dario D..

L’articolo di Cori è questo: facendo una ricerca su Facebook ho trovato il Dario D. che ha scritto, ad esempio, la frase «stasera usciamo o non usciamo??vediamo cm e l umore…» riportata da Cori al termine del suo articolo.

Il problema è che questo Dario D. appare essere attivo fino a domenica 28 novembre, mentre l’altro, il fu Dario D., è deceduto il 16 novembre.

E io non credo ai fantasmi. Al massimo credo ai giornalisti fantasma.

Il Cori è stato sfortunato, poiché il D. vivo (per pura coincidenza) non ha aggiornato per qualche giorno il suo profilo (lo avrebbe fatto il 17 mattina, quando il giornale era nelle edicole), ma è stato anche piuttosto ingenuo, perché se quello fosse stato il profilo Facebook che cercava, quella pagina si sarebbe riempita di orazioni funebri dei suoi amici. È assurdo anche solo pensare di essere arrivato su quel profilo prima di loro.

La volontà di esasperare le emozioni per vendere il giornale porta, anche senza intenzione, a inventare le notizie, e questo non è mai giornalismo: quelle cose lasciatele a Studio Aperto, a Maria de Filippi e a gente che giornalista non è, e che, al contrario, è brava a dire cazzate.

Perché queste cose, al minimo, sono offese al dolore della gente, anche se fatte senza intenzione: un giornalista di nera dovrebbe rendersene conto.

Contattato privatamente, il giornalista si scusa per l’errore e per l’eventuale offesa ai conoscenti del ragazzo: il tutto era dovuto alla necessità di chiudere il pezzo in fretta, come ho accennato poche righe sopra. Prendo atto e lo ringrazio per la risposta: altri giornalisti avrebbero (e hanno) ignorato richieste simili.

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6 Comments

  1. ho trovato questo articolo per caso, digitando il nome di Dario nella speranza di trovare qualcosa su di lui o di qualcuno che lo ricordasse. E mi imbatto nel nome del citato giornalista che purtroppo ho avuto la sfortuna di conoscere, in quanto ex coinquilino di due amici. Dario era un mio amico, lo conoscevo da sempre e abbiamo frequentato lo stesso liceo. La sua morte per tutti noi e naturalmente per la sua famiglia è stato un dolore terribile ed una cosa inaspettata, e il cosidddetto giornalista non sa proprio nulla di quella che era la situazione di questa persona. dovrebbe vergognarsi e io sono ancora più incazzata proprio perchè riesco ad associare una faccia a questa persona!!!!
    repubblica dovrebbe rivalutare le assunzioni!

    1. Comprendo il tuo dolore, avendo avuto un lutto simile.

      Quanto ad Alessandro Cori, come scrivo nell’articolo, l’ho contattato in privato e mi ha chiesto di porgere a te e a tutti i conoscenti, amici e parenti, le sue scuse per l’errore causato, senza malizia alcuna, solo per la fretta. Se vuoi, posso girarti la mail che mi ha inviato.

      1. mi piacerebbe leggerla, ma anche in assenza di malizia non posso accettare che un giornalista scriva a cuor leggero una frase solo chiudere l’articolo, in una situazione così delicata e tragica. E aggiungiamo l’incompetenza all’indelicatezza

  2. Il sig. Alessandro Cori dovrebbe dimettersi.Fretta di chiudere l’articolo?Ma per favore.

    Se un Giornalista (con la G maiuscola) non è certo di qualcosa,specie quando si tratta di dettagli simili e decisamente “pesanti”,chiude l’articolo riformulando l’ansa e basta,non facendo una ricerca su facebook,dato che non tutti sono interessati a sputtanare i propri dati personali o crearsi un’identità informatica.

    Quindi caro Alessandro Cori,faccia un favore alla comunità e si dimetta,perchè onestamente pensare a qualcuno che si riempie il conto in banca speculando e facendo il ricamino (per cosa poi,10 visite in più sul sito de La Repubblica?),incurante della possibilità di ferire chi ha voluto bene alla persona in questione,incurante di tutte le persone che l’avevano perso di vista nel corso degli anni,intenti a leggere notizie oggettivamente fasulle..mi fa letteralmente venir voglia di correre in bagno a vomitare,specie in virtù del fatto che c’è gente che si fa il culo sul serio lavorando o chi,ancora peggio,un lavoro in questo paesaccio non riesce nemmeno a trovarlo.

    So bene che purtroppo questa è la realtà del giornalismo italiano,e che questo commento di denuncia andrà perso nell’etere in favore di qualche gioco su facebook o qualche minorenne in cerca di visibilità,ma chissà,magari il signor Cori prenderà visione e (sempre che abbia un briciolo della sensibilità che dovrebbe contraddistinguere l’essere umano) passerà anche solo un minuto con l’ansia che ha procurato a diverse persone.Chissà che non gli passi la “fretta” di chiudere gli articoli.

    Un applauso all’autore del post/blog,anche se personalmente il perdono (for lack of better words) lo lascio a chi va in chiesa,ahimè.

    Chiedo scusa per la sintassi e il disordine.Siamo sull’interwebs d’altronde.

  3. Sono d’accordo e mi dà sollievo che la gente lo capisca!mi ero riproposta di scrivere a Repubblica ma purtoppo alla fine rimando sempre e non ce la faccio mai. E piano piano l’incazzo è passato per far posto ad altre sensazioni.

  4. Comunque per la -cronaca- Dario D. é molto il 16 novembre 2010 non il 19 novembre, ed è una vergogna che foto e bugie sulla sua identità ed il suo gesto si siano così ridicolamente pubblicate a spese di una famiglia in lutto profondo. 
    E poi..vogliamo parlare di quello schifo che ho dovuto leggere su facebook?? E di tutte quelle persone che adesso e dico ADESSO si svegliano e si riconoscono suo “amico/a”?? Ma ci riusciamo a capire che il lutto si vive nella realtà e che c’è una famiglia a casa che si sta vivendo questo dramma?? E poi….ci siamo dimenticati chi era Dario??? beh ovvio…sono stati tutti amici…!! Allora tutti gli “amici” nel rispetto di chi non vorrà accendere il pc tra 20 anni e vedere ancora su facebook quel cazzo di profilo e quei cazzo di commenti di persone TOTALMENTE ESTRANEE alla persona di Dario D., devono cancellare dalle “amicizie” la suddetta persona. (Profilo che NON è POSSIBILE CANCELLARE PERCHè FACEBOOK NON LO PERMETTE). 
    Sto vicino profondamente alla famiglia tutta. 
    E per quanto riguarda il grandioso giornalista… COMPLIMENTI.

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