[Economics for dummies] Borse: non esiste alcun effetto Obama

Leggo qua e là di borse che salgono e scendono e delle conseguenze dell’effetto Obama (il primo che mi è capitato è qua, ma basta googolare un po’ per vederlo un po’ ovunque). Chi era pro Obama diceva che era “grazie a lui”, chi era contro Obama diceva che era colpa sua.

Ebbene, è una scemenza colossale in entrambi i casi. E il motivo è facile da spiegare.

Quando le persone giocano in borsa, lo fanno perché hanno delle aspettative riguardo un certo titolo o un certo scenario economico. Dicono cose come: “Secondo me, fra una settimana, fra un mese, fra un anno, il titolo della EvidenziatoriGialli S.p.A. salirà, quindi me lo compro oggi” oppure “Secondo me, fra un anno, fra un mese, fra un anno, non saremo più in crisi, la borsa salirà, quindi compro un certo paniere di titoli”. Ovviamente, possono pensare/fare anche il contrario, e non solo per le azioni, ma anche per le monete, per esempio.

Dato che la vittoria di Obama era stata ampiamente prevista dai sondaggi, la cosa non era del tutto inattesa, quindi il mercato già si aspettava una vittoria di Obama e i suoi effetti erano già belli e assorbiti dalla borsa (quali siano stati effettivamente è difficile dirlo a causa di un altro movimento più importante, la crisi finanziaria). Dopo l’elezione la borsa si è corretta poco o niente.

Se invece avesse vinto McCain sarebbe stato un evento ben più inaspettato, e dunque la borsa sarebbe salita o scesa di colpo per correggere le aspettative.

Ancora, non c’è stato alcun effetto Obama, perché se effetto ci fosse stato avremmo avuto almeno qualche giorno di discesa o di salita. Cosa che invece non c’è stata: la borsa è salita molto il 5 novembre ed è crollata oggi, il 6. Insomma, sta facendo le stesse identiche cose che faceva prima dell’elezione di Obama, un saliscendi pazzesco. Quindi, ribadisco, non vedo alcun effetto Obama.

Altra prova: oggi la BCE ha tagliato i tassi, è una buona notizia per l’economia reale, ma il mercato è crollato lo stesso. Perché? Perché il mercato già sa che i tassi continueranno a scendere per sostenere l’economia, non era una manovra inattesa. Se domani, invece, la BCE alzasse i tassi, sarebbe una manovra inaspettata (oltre che pazza, secondo me) e i prezzi probabilmente crollerebbero.

E infine: dato questo gioco di aspettative, il mercato prevede sia le recessioni che le espansioni (queste ultime un po’ meno, perché c’è il rischio euforia). L’evidenza empirica dimostra che la borsa ricomincia a salire qualche mese prima di uscire dalla recessione (Bloomberg pare darmi ragione – il resto dell’articolo, essendo congetture e non fatti, va preso con le pinze ((secondo loro si uscirà dalla crisi nell’estate 2009)) ).

Insomma l’effetto Obama o non c’è stato o ha (avuto) un effetto trascurabile rispetto al resto (dove il resto è la crisi economica). Si tratta, in sintesi, dell’ennesima scemenza giornalistica.

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4 Comments

  1. ottimo articolo 😉
    riguardo alla crisi…molti parlano di “nuovo ’29” … mah, speriamo tanto di no!

  2. ottimo articolo 😉
    riguardo alla crisi…molti parlano di “nuovo ’29” … mah, speriamo tanto di no!

  3. Io non sono Bernanke (che dovrebbe essere il maggior esperto mondiale del ’29), ma cerco di dire qualcosina, ma non so quanto possa essere rassicurante. La crisi ha molti punti di contatto con il ’29 (ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, sistema bancario mal gestito, bolle e ritorno al neoliberismo). Come ho scritto altrove ( http://www.italianbloggers.it/la-crisi-finanziaria-raccontata-in-parole-semplici/ ) nel 1999 è stata abrogata una legge nata proprio nel 1933, e proprio in tale abrogazione c’è una bella fetta di crisi. Insomma, in generale, ci sarebbe da temere, visti i sintomi.

    Se non ché ci sono due differenze: all’epoca non c’erano banche centrali a sostenere l’economia come oggi, che è un bene. Ma soprattutto non c’è stata la voglia di perseguire a tutti i costi un pareggio di bilancio. E questo è un male, perché se all’epoca si è potuto uscire dalla crisi aumentando la spesa pubblica oggi gli USA e pure l’Italia non possono aumentare un bel niente, perché sono già indebitate pericolosamente.

    Insomma, io non la vedo come la crisi del ’29, ma come qualcosa di diverso. E non necessariamente migliore. Potrà sembrare retorico, ma se Obama riesce a sfruttare la scia di speranza che ha creato e imbrocca un paio di provvedimenti decenti all’inizio del mandato per trasformare la speranza in aspettative allora è possibile, secondo me, rivedere la crescita anche l’anno prossimo.

    Per l’Italia mi preoccupo per il lungo periodo, visto che nel breve credo che sarà un bel disastro, almeno dai provvedimenti che il nostro governo sta varando (la finanziaria blindata sarebbe la ciliegina sula torta).

  4. Io non sono Bernanke (che dovrebbe essere il maggior esperto mondiale del ’29), ma cerco di dire qualcosina, ma non so quanto possa essere rassicurante. La crisi ha molti punti di contatto con il ’29 (ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, sistema bancario mal gestito, bolle e ritorno al neoliberismo). Come ho scritto altrove ( http://www.italianbloggers.it/la-crisi-finanziaria-raccontata-in-parole-semplici/ ) nel 1999 è stata abrogata una legge nata proprio nel 1933, e proprio in tale abrogazione c’è una bella fetta di crisi. Insomma, in generale, ci sarebbe da temere, visti i sintomi.

    Se non ché ci sono due differenze: all’epoca non c’erano banche centrali a sostenere l’economia come oggi, che è un bene. Ma soprattutto non c’è stata la voglia di perseguire a tutti i costi un pareggio di bilancio. E questo è un male, perché se all’epoca si è potuto uscire dalla crisi aumentando la spesa pubblica oggi gli USA e pure l’Italia non possono aumentare un bel niente, perché sono già indebitate pericolosamente.

    Insomma, io non la vedo come la crisi del ’29, ma come qualcosa di diverso. E non necessariamente migliore. Potrà sembrare retorico, ma se Obama riesce a sfruttare la scia di speranza che ha creato e imbrocca un paio di provvedimenti decenti all’inizio del mandato per trasformare la speranza in aspettative allora è possibile, secondo me, rivedere la crescita anche l’anno prossimo.

    Per l’Italia mi preoccupo per il lungo periodo, visto che nel breve credo che sarà un bel disastro, almeno dai provvedimenti che il nostro governo sta varando (la finanziaria blindata sarebbe la ciliegina sula torta).

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