Molto fumo e niente arrosto

Ieri si è conclusa la festa del Partito Democratico (a proposito, non ho seguito molto i TG, ma quante settimane è durata? Più che una festa sembrava un baccanale1!). Non poteva mancare l’intervento del segretario del partito, Walter Veltroni, che si è tenuto sabato. Cito da la Repubblica: «quest’anno ha scelto una formula nuova: un’intervista – con il giornalista di Mediaset Enrico Mentana – invece del tradizionale comizio finale.». Da quando un’intervista in ginocchio è una “formula nuova”?

Ma lasciamo perdere la forma e passiamo alla sostanza delle parole di Veltroni:

Io evito le polemiche, me le prendo tutte sulle spalle, ma dico che tutti dobbiamo avere l’orgoglio per il 34% delle elezioni e penso che chi dice che Berlusconi è meglio di Veltroni offende in primo luogo chi ci ha votato. Chi è dirigente ha più responsabilità di altri, non è dirigente solo per i privilegi.

Il riferimento è a Arturo Parisi, che ha affermato che i primi cento giorni di Berlusconi hanno segno più (nel senso che sono andati bene). Questo già basta ad assodare che Parisi ha un urgente bisogno di farsi ricoverare: Berlusconi ha fatto solo operazioni di facciata (rifiuti sotto il tappeto, italianizzazione di Alitalia con i cittadini che pagano), dei rattoppi su strappi che torneranno presto alla luce (ne parlo da quando è andato al governo e anche prima). Giusto quanto ha risposto Veltroni, ma va detto che anche la sua gestione del partito democratico è un’offesa ai suoi elettori: ha evitato sia le polemiche che tutto il resto. Insomma, Veltroni e Parisi fanno a gara per vedere chi fa più pena. Complimenti.

Ha tradito il patto con gli elettori del Pd: appena ha visto che aveva i numeri per fare un gruppo parlamentare unico ha stracciato la firma comune sotto il programma e se n’è andato per conto suo.

Il riferimento è ad Antonio Di Pietro. Di Pietro si è comportato relativamente male, certo, ma data la gestione “offensiva” di Veltroni, si è comportato più come un topo che abbandona la nave che affonda che come traditore. Intanto è l’unico che fa opposizione, peccato che oltre la giustizia non abbia un programma coerente (in politica economica: non basta dire “non va bene”). Che poi il dialogo sia impossibile con un Berlusconi che lo definisce orrore e lo sabota, è un altro discorso, ma almeno non è colpa di Di Pietro. Insomma, Di Pietro ha tradito il patto con il PD per non tradire il patto coi suoi elettori (cosa che invece ha fatto Veltroni). Adesso Veltroni che attacca Di Pietro non preparerà la resa del PD al PdL sulla questione della commissione RAI? Sarebbe la fine del PD.

Oltre alla protesta ci sara’ anche la costruzione di un’alternativa. Sono convinto che mese dopo mese la luna di miele del governo comincerà a sgonfiarsi perchè emergeranno le contraddizioni.

Sì, ma nel frattempo? Mentre costruisci “l’alternativa” guardi il Paese che affonda? Ma l’alternativa non doveva essere già pronta prima delle elezioni?

So che la nostra navigazione è complicata, ma non ha alternative. Non siamo un partito di ex o di post. Se entra in crisi il progetto del Pd, si aprirebbe nel centrosinistra una diaspora difficilmente conciliabile

Veltroni (quattro legislature dal 1987), Fassino (quattro legislature dal 1994), D’Alema (sette legislature dal 1987): a guardare le punte del partito, più che ex e post mi sembra una collezione di residuati della Prima Repubblica. Se entra in crisi il PD si riaprirebbe l’ennesima spaccatura a sinistra: ormai il testicolo di molti italiani ha più crepe che spermatozoi.

A noi ci sezionano, sulla stampa ci fanno la laparotomia, agli altri no..

“A noi ci”? Mi auguro sia un errore del giornalista…altrimenti spero che il ministro Gelmini richiami Veltroni a scuola. Poi, “gli altri” chi sono? I partiti italiani che sono fuori dal Parlamento (praticamente innocui, cit.) o quelli stranieri, dove non c’è un tizio che possiede la metà del mercato televisivo e controlla l’altra metà e i media fanno la laparotomia a tutti, se se la meritano e non solo agli oppositori? Ma sto facendo l’esegesi delle parole di un sonnambulo? Dov’era Veltroni quando si parlava di conflitto d’interessi (di cui non si parla più perché i conflitti ora pendono anche sul Partito Democratico?)?

In Italia e in Europa vincono quei partiti che hanno meno vita democratica. Le primarie sono importanti, si fanno per i cittadini, ma c’è un eccesso di morbosità.

Altrove non si fanno primarie, è vero, si fanno altre cose, ma comunque c’è partecipazione della base e non viene deciso tutto dai dirigenti. In Italia non ha vinto Berlusconi, ma ha perso il PD, cosa ben diversa. A cominciare dalle primarie farlocche. Ma fare le primarie per bene significa fare fuori i vari Veltroni, Fassino, D’Alema, Parisi e tutti gli altri che da almeno dieci anni fanno “opposizione”. E questo loro non lo vogliono. Soprattutto Veltroni, che dalle primarie ha tutto da perdere (come in qualunque elezione a liste non bloccate).

Ora, io ho letto solo un articolo di la Repubblica…quello che vorrei sapere è: perché dovrei votare PD? Cosa ha fatto? Cosa vuole fare? Dalle parole di Veltroni la risposta è la stessa: nulla. Molto fumo e niente arrosto. Colpa del segretario o dei giornali?

Note
La voce “baccanale” su Wikipedia può così essere modificata: Spesso il baccanale coinvolgeva più popolazioni partiti (visto che non c’era solo il PD alla festa) di un territorio (l’Italia) che si riunivano per diversi giorni in un luogo simbolo (fortezza da Basso) dove venivano praticati anche sacrifici animali (vi lascio indovinare chi è stato sacrificato); sicuramente le pratiche sessuali (in senso figurato, dal palco alla folla che ascoltava – e subiva) che vi si svolgevano erano anch’esse finalizzate alla propiziazione ma anche ai festeggiamenti per i pastori che ritornavano dalla transumanza dopo un’intera stagione (politica), oltre a svolgere una non secondaria funzione biologica di rimescolamento del patrimonio genetico politico di popolazioni partiti che vivevano in luoghi remoti e che difficilmente avrebbero avuto altri modi di interagire fra loro (il Parlamento, infatti, non serve più a niente…ora si va tutti ad Arcore o al Loft). Sì, decisamente la festa democratica è stata un baccanale.

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