Il bello deve ancora arrivare…e da noi si pensa a Silvio…

Si direbbe che le cose siano destinate ad andare peggio in futuro. La crisi dei mutui subprime sembra non avere ancora esaurito la sua ondata distruttiva, anzi sembra che il vero tsunami debba ancora venire.

Notizie di oggi sono il fallimento della banca statunitense IndyMac e soprattutto il dissesto delle due maggiori banche dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac. Soprattutto queste due banca possiedono la metà del mercato dei mutui americano, ovvero la metà di 12 mila miliardi di dollari.

Inoltre è probabile che entro il 2009 le maggiori economie del mondo, Stati Uniti e Giappone entreranno in recessione, se non addirittura nella trappola stagflazione (l’Europa dovrebbe salvarsi di poco, almeno da quest’ultima, grazie alla stretta monetaria della BCE).

Il prezzo del petrolio continua a salire, e con esso il prezzo della benzina, che giusto oggi ha raggiunto un nuovo record.

Insomma, il futuro sembra essere tutt’altro che roseo. Ma da noi cosa succede?

Da noi si pensa a salvare Berlusconi. Ma andiamo nel dettaglio.

Il Governo di Silvio Berlusconi, intanto, ha disatteso gran parte delle sue promesse: delle sette promesse fatte in campagna elettorale, solo due sono pervenute, ovvero l’abolizione dell’ICI (che tuttavia già il governo Prodi aveva abbattuto al 40%) e la detassazione degli straordinari (approvata, tuttavia, in sola via sperimentale). Un’altra mossa, la Robin Tax, che non mi sembra essere stata annunciata in campagna elettorale, è stata approvata (ma io ho già detto che servirà solo a farci pagare più tasse).

Le altre cinque promesse disattese sono: taglio delle tasse, crisi Alitalia, bonus bebè e abolizione del bollo auto. Delle ultime due non si è vista neppure l’ombra. La crisi Alitalia non solo non è stata risolata, ma si è pure aggravata: la compagnia di bandiera continua a perdere tre milioni al giorno (a carico nostro), Air France è scappata e il piano di salvataggio previsto da Berlusconi e compagni prevede tagli al personale di almeno il doppio rispetto a quanto preventivato dai francesi.

E infine, il taglio delle tasse: in tutto il quinquennio, ci dice il DPEF, stilato da Tremonti, la pressione fiscale dovrebbe rimanere ai livelli del Governo Prodi.

Tralasciamo poi la mia profezia di qualche tempo fa: avevo detto che il centrodestra non avrebbe dato una presidenza di Camera all’opposizione perché i presidenti delle Camere hanno potere di nomina delle autorità indipendenti. E oggi si scopre che il Governo azzererà i vertici di un’autorità chiave, di questi tempi, ovvero quella dell’Energia, per poterne nominare di nuovi. Peccato non avere simili capacità profetiche per vincere al SuperEnalotto.

Diciamolo subito: anche Veltroni, se avesse vinto, probabilmente si troverebbe nella medesima situazione di disattendere le promesse fatte in campagna elettorale. Ma di una cosa possiamo essere sicuri: Veltroni o qualunque altro al Governo, sia Fini o Casini o Bertinotti o Di Pietro, non avrebbero messo come priorità il Lodo Alfano, che dovrebbe essere approvato in tempi record a dispetto di altre priorità, al fine di salvare il premier dalla sentenza per il processo Mills.

Se non ci fosse Silvio Berlusconi, il Governo italiano e il Parlamento non sarebbero ricattati e costretti ad approvare norme per salvare il premier dalla galera e passerebbero maggiore tempo a pensare a quello che serve al Paese. Intanto la Gasparri non ancora viene toccata e noi, da gennaio, rischiamo di dover pagare una multa record all’Unione Europea per potere salvare Rete 4 abusiva.

Il conflitto di interessi in capo a Berlusconi, ancora una volta, saremo noi a pagarlo. Lui, tranquillo e beato, vedrà i suoi conti in banca ingrassare a nostre spese. In fondo, chi se ne frega delle famiglie che non hanno che dare da mangiare ai propri figli? Lui no di certo: lui pensa al Lodo Alfano.

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