Quel brutto pasticcio delle intercettazioni

Come molti sapranno, il Governo in carica ha intenzione di fare un giro di vite sulle intercettazioni: saranno vietate per i reati punibili con la reclusione da dieci anni in giù (con l’esclusione di quelli contro la Pubblica Amministrazione), mentre la loro diffusione sarà vietata, portando (teoricamente) in galera magistrati e giornalisti che le pubblicheranno, mentre gli editori dovranno pagare una forte multa.

Uno dei motivi di questa stretta è: tutelare la privacy dei cittadini. Un altro motivo è che le intercettazioni sono troppe. Il primo è un motivo sacrosanto, anche se ha l’ovvia conseguenza che verrà tutelata la privacy di tutti, cittadini onesti e criminali incalliti, il problema è che un onesto cittadino già non viene intercettato, quindi si tutela la privacy del criminale (ho sbagliato qualcosa nel ragionamento?). Il secondo lo è meno: a occhio e croce, le intercettazioni sono troppe perché in Italia non c’è certezza della pena, quindi si commettono reati con più leggerezza. Di conseguenza c’è un maggiore bisogno di intercettazioni. Se uno fosse sicuro di finire qualche annetto in galera, sono sicuro che commetterebbe meno reati e quindi ci sarebbe automaticamente bisogno di meno intercettazioni. Ma questa è una mia opinione.

Quello che mi preoccupa decisamente è il fatto che in questo modo si ostacola un potere dello Stato: la magistratura avrà meno armi per far rispettare la legge e perseguire i reati. Uno dei poteri dello Stato avrà meno poteri. Dall’altro lato, gli anticorpi della democrazia (i giornalisti) avranno meno armi per fare informazione. I cittadini saranno meno informati e chi commette reati potrà più facilmente insabbiare il tutto (non che adesso sia difficile, siamo chiari). Con che risultati? Semplice: uno dei poteri dello Stato viene indebolito, gli anticorpi addormentati, a tutto vantaggio degli altri due poteri (quello esecutivo e quello legislativo, che in una democrazia parlamentare -quale è quella italiana- già sono interdipendenti). Ah, già, c’è un altro risultato importante: molti criminali la passeranno liscia perché assolti per insufficienza di prove.

La cosa maggiormente preoccupante (per tutti) è la lista di reati che verranno esclusi dall’uso di intercettazioni. Già adesso le intercettazioni non sono permesse per i reati punibili con la reclusione fino a cinque anni, ma con l’estensione proposta dal Governo, il loro numero aumenta. Non si potrà intercettare per reati quali: abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato, dichiarazione fraudolenta, calunnia, falsità del pubblico ufficiale, rialzo fraudolento dei prezzi e boicottaggio, omicidio colposo, incesto, sfruttamento della prostituzione, estorsione, maltrattamenti in famiglia, lesione personale grave, sequestro di persona, furto in casa, accesso abusivo a un sistema informatico, rapina semplice, usura, ricettazione, contrabbando, associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta.

Iniziamo con il parlare dei paradossi: il Governo ha fatto della sicurezza un tema portante. Eppure si impedisce l’intercettazione per reati che il Governo ha esplicitamente dichiarato di voler combattere, ovvero: sfruttamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, furto in casa (come farà la Lega a spiegarlo ai propri elettori, visto che le rapine in villa al nord sono all’ordine del giorno?), giusto per dirne alcuni. Poi mandano l’esercito a pattugliare le strade, ma a che serve se poi durante i processi non ci sono prove?

E vogliamo parlare della clinica degli orrori di Milano: le intercettazioni hanno smascherato quei macellai, ma in futuro, se la legge dovesse passare, non sperate che ciò possa avvenire. In casi simili (visto che l’inchiesta era partita per ipotesi di reato diverse da quelle venute a galla con le intercettazioni) le autorizzazioni non saranno concesse, e le persone continueranno a finire senza motivo sotto i ferri del chirurgo, perdendo, nei casi migliori un polmone, la vita in quelli peggiori. Il prossimo potresti essere tu, ma tanto non lo saprai, vivrai senza un pezzo di fegato, continua a pagare le tasse, rispetta la legge e tutto andrà bene.

Per quanto riguarda l’usura e l’estorsione, l’uso di intercettazioni è diffusissimo e spesso vediamo ai telegiornali le immagini riprese da carabinieri e polizia, durante le quali un’esca incontra l’usuraio di turno per creare una prova tangibile del reato. Come faranno in futuro per smascherare questa gente, io non so spiegarmelo (sì, ho fatto denuncia, ma è la mia parola contro quella dell’usuraio; che prove ho? L’usuraio non mi rilascia certo una ricevuta, i pagamenti sono in contanti proprio per non lasciare tracce e l’usuraio ha diverse decine di persone pronte a testimoniare che quei soldi gli sono stati donati dalla Caritas locale…il risultato è che dopo l’ovvia assoluzione per insufficienza di prove, o lascio la città e la mia vita normale oppure l’usuraio verrà a cercarmi per spezzarmi i pollici e/o le gambe…belle alternative). Adesso l’estorsore potrà addirittura chiamare il suo “cliente” a casa, senza timore: “Ciao Mario, domani prima di andare al lavoro, passa per il bancomat e ritira un cinquecento euro: vengo a prenderli dopo pranzo, non dire niente a nessuno o ti brucio la macchina. Saluti alla tua signora-clic”. Le pubbliche relazioni del racket rivivranno: non dovranno più andare in un luogo neutro e guardarsi con circospezione per essere certi che non ci siano sbirri in giro. Potranno andare nel bar, ristorante o altro della vittima, parlare liberamente, magari portare anche grafici o anche testimonial per far toccare con mano i benefici derivanti dal pagare il pizzo. Come un qualsiasi venditore di enciclopedie in 32 audiocassette sul cinema muto.

(A domani per la seconda parte; ricordo che esiste un feed che vi permette di seguire comodamente tutti i nuovi articoli con un solo click – maggiori informazioni sui feed le trovate qui)

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