Arroganza al potere

A me sinceramente del fatto che Totò Cuffaro, fresco ricondannato in appello per avere favorito la mafia, lasci le cariche del suo partito (l’UdC) non frega assolutamente nulla. I partiti sono associazioni private, il Senato della Repubblica, in cui Cuffaro siede, è un organo costituzionale della Repubblica italiana, ed è la carica di senatore che Vasa-Vasa dovrebbe lasciare (ma non la lascia, è andato in Parlamento proprio per usufruire dello scudo spaziale contro i processi: l’abolissero stabiliremmo un record di latitanti fuggiti in contemporanea).

Tra l’altro i partiti, per quanto mi riguarda, potrebbero pure avere Totò Riina come segretario, accidenti, è una libera scelta. Anche se poi, nel solito Paese normale, mi aspetterei che quel partito non venga votato granché, e che pertanto rimanga fuori pure dalle assemblee di condominio delle case unifamiliari.

Invece no: il Parlamento è pieno di pregiudicati, condannati in primo o secondo grado, rinviati a giudizio e, ovviamente, prescritti per una larga gamma di reati (spesso più volte, a Berlusconi manca solo una condanna definitiva per potere urlare BINGO!, ce l’ha su tutte le cartelle). Per non parlare di regioni, province e città (e appunto, aggiungendo Delbono, sono incazzato in modo rigorosamente tripartisan – non perché sia indagato, ma perché non si dimetterà neppure in caso di rinvio a giudizio, ipse dixit).

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