Ice Bucket Challenge e l’onanismo di Cacciari: è tutto marketing

Sul Fatto Quotidiano è uscita l’ennesima uscita non richiesta di Massimo Cacciari, questa volta contro quelli che si buttano l’acqua in testa per fare pubblicità alle associazioni che si occupano di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA o ALS in inglese, da cui ALS Ice Bucket Challenge).

Cacciari, in quanto opinionista, ha una fame infinita di visibilità, per cui quando parla si impegna a dire qualche KABOOM per farsi leggere. Questo è marketing, una roba che ha lo scopo di vendere un prodotto (in questo caso l’onanismo di Cacciari, di cui egli vuole che noi siamo partecipi e con gaudio – oltre al Fatto, ovviamente). Niente di male, in generale: mia opinione personale, Cacciari è uno dei tanti opinionisti non richiesti su cui i comuni mortali si divertono a commentare, anche se in realtà davanti ai soloni della domenica bisognerebbe limitarsi a ridere della serietà con la quale dicono scemenze. Per cui, riporto qui il rantolo non richiesto che ho lasciato in un commento su Facebook sulla crociata di Cacciari contro i secchi d’acqua perché purtroppo ho finito la Settimana Enigmistica. Me ne scuso, ma mi sono molto divertito a scriverlo.

(Sintesi per chi non volesse leggere oltre: è tutto marketing, anche se per un qualcosa-comunista come Cacciari non è una cosa concepibile. Ma è comunque marketing quello di Cacciari, che cerca ancora in qualche modo di lasciare un’impronta di sé visto che tutto ciò in cui ha creduto gli è via via collassato intorno, come si nota quando dà al Live Aid un significato politico che non ha [dal ’68 al 1985 passano ben più di 17 anni]; quello dell’associazione contro la SLA, ALSA, e di quelli che si buttano l’acqua in testa; quello di Renzi, su cui Cacciari dice l’unica cosa vagamente condivisibile, mentre su Obama dice una gran cazzata dovuta al fatto che Cacciari non ha l’umiltà di informarsi prima di disquisire, in virtù di un autoconferito potere di onniscienza).

(Sintesi della sintesi: È tutto marketing, fateci l’abitudine, perché peggiorerà).

Anche le associazioni non-profit fanno marketing, perché pure queste associazioni competono per i soldi dei consumatori come una Coca-Cola qualsiasi: le charity “normali” mandano cartoline, acquistano spazi su giornali e siti web per dire “dateci il 5 per mille”, la chiesa cattolica compra gli spot per l’8 per mille, eccetera.

Come nel marketing normale anche qui per vendere devi attirare l’attenzione. Questi (l’ALSA o chi per loro) si sono inventati la secchiata gelata addosso. Funziona? Sì: 62,5 milioni di dollari raccolti, quando l’anno passato nello stesso periodo ne avevano raccolti 2,4. E forse qualcuno di quelli che s’è buttato il ghiaccio addosso ha anche saputo che esiste la SLA. È una cosa  ridicola buttarsi l’acqua addosso in favore di telecamera, ma innocua (( O quasi, YouTube è pieno di gente che si è quasi uccisa: cercate “ice bucket fail”. )) rispetto a tante altre cose che la gente fa per attirare l’attenzione, e visto il risultato ottenuto contro una (delle tante) malattia terribile, vieni avanti cretino.

Il Live Aid, mi spiace per Cacciari, era la stessa identica cosa: fare una cosa nuova per attirare l’attenzione della gente su un “prodotto”, cioè la carestia in Etiopia, non certo non  l’apoteosi del Sessantotto, che meriterebbe un capitolo a parte, ma la dimostrazione non ci sta nel margine di questa pagina: peraltro questo collegamento fra Live Aid e Sessantotto mi giunge inedito, ma magari mi sono perso qualcosa, fatemi sapere se sbaglio o se c’è stato un problema col liquore alla Prugna.

Il Live Aid, comunque, fece la storia, ma una volta fatta ripeterla è difficile: a furia di ripetere le cose, infatti, queste perdono il “potere” generato dalla novità, dallo shock: si veda, ad esempio, il declino sindacale del concertone del primo maggio.

Per questo bisogna inventarsi cose nuove per dire alla gente “noi esistiamo ancora” (( Per i sindacati basterebbe comprare un calendario che non comincia per 1 e 8. Ok, i rantoli contro i sindacati finiscono qui. )) : questo ha fatto l’ALSA, questo fa la Coca-Cola, questo fa lo Stato Islamico quando decapita e crocifigge la gente mettendone i video su YouTube, questo fanno tutti quelli che cercano l’attenzione del pubblico. È tutto marketing.

Capitolo Obama-Renzi. Il motivo per cui Obama non l’ha fatta è molto semplice: è vietato dal codice etico a lui e a tutti quanti occupano un pubblico ufficio piuttosto in alto, non per la “serietà” che gli attribuisce Cacciari (magari l’avrebbe fatta, forse no, dipende da quanto sono forti i poteri telepatici di Cacciari di leggere nella mente di Obama ((Casomai ve lo steste chiedendo, sì, Cacciari ha anche il potere di camminare sulle acque, ma solo a Venezia. )) ).

Se Obama si fosse tirato un secchio d’acqua addosso sarebbe stato come se, durante il discorso “Abbiamo ucciso bin Laden”, avesse tirato fuori dal leggio una bella lettina fresca di Diet Coke e l’avesse sorseggiata a petto nudo lentamente e con gusto con Etta James in sottofondo. Insomma, Obama e altri funzionari pubblici non possono fare da testimonial per benefici privati: qualcuno (gli ambasciatori USA) l’ha fatto ed è stato costretto a tirar via tutto dai social media per non rischiare di essere rimosso dal servizio. Obama, visto che Capitol Hill in questi anni è piena di imbecilli (più del solito), come minimo rischiava l’impeachment: pare che per essere sicuri di non far incazzare qualche parlamentare da qualche settimana alla Casa Bianca si beva solo thè caldo (( Storia falsa: in realtà si beve solo acqua calda senza thé per non rischiare l’accusa di alto tradimento e favoreggiamento agli inglesi o, in alternativa, al Tea Party. )) .

Non c’è solo uno motivo etico, ma pure un motivo “pratico” dietro questa norma, di cui si è discusso a lungo: grazie a questa campagna l’ALSA sta già “rubando” quota di mercato ad altre charity, e Obama avrebbe potuto distorcere ancor di più il già innaturale andamento del mercato. In altre parole è molto probabile che altre charity andranno a secco o riceveranno meno donazioni del solito quest’anno perché una bella fetta se l’è già mangiata l’ALS.

Si può essere d’accordo con Cacciari solo sul fatto che Renzi non avrebbe dovuto farlo (per gli stessi motivi etici di Obama). Ma visto che porta voti e siamo figli di Machiavelli e di Totò, buttarsi il ghiaccio addosso è una delle tante scuse di Renzi per fare il deficiente, e la cosa non dovrebbe stupire: siamo già abituati al peggio.

Il resto (scusate se parlo francese) sono le solite pippe di Cacciari.

Buona Pepsi a tutti, io vado sguazzare sbracciando ridicolmente braccia e gambe seminudo in una pozza di acqua fredda davanti a decine di persone, sperando di non attirare le ire dei filosofi.

Anzi, mettiamoci anche altro trash.

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