La favola del pesce avariato e la vendetta che ne derivò

Trascrizione di un servizio di YouDem (tv del PD) pubblicato il 32 gennaio 2013:

Sono ancora in precarie condizioni i quarantadue senzatetto finiti in ospedale per un gravissimo avvelenamento da cibo avariato. I clochard erano tutti ospiti di un ricovero gestito dal Comune, e, secondo le indagini dei NAS, la causa potrebbe essere stata una partita di pesce marcio.

Il sindaco, nonché responsabile del ricovero, il dottor Chicco Promuove, non ha dubbi sui responsabili di questa strage e, in testa a una turba urlante che agitava i forconi, si recava presso la sede dei responsabili. Alle otto di questa mattina un migliaio di persone si erano radunate sulla spiaggia per dare il via alla giusta, quanto spietata, vendetta.

Non si era mai vista una simile ecatombe qui a San Benedetto Valle Accapire: migliaia e migliaia di pesci sono stati pescati e poi finiti a martellate, uno a uno; a piovre e polipi sono stati annodati i tentacoli prima di essere appesi a testa in giù nella piazza del Paese; la spada dei pesci omonimi è stata usata per infilzare e sventrare i loro simili e altre bestie, prima che la folla ne facesse uno scempio che vi risparmiamo.

La vendetta contro il pesce marcio non si è però rivolta solo contro il mare: parte della folla si è anche recata presso il locale parco marino, dove due esemplari di delfini e tre di orche sono stati trascinati in piazza dalla folla, impalati e arsi al rogo. A nulla sono valse le proteste del direttore del parco: «I delfini non sono pesci!». «Che ce frega, stanno in acqua, devono morì!» hanno risposto gli attaccanti, prima di spezzargli tutti i mignoli.

Giunta la sera la vendetta terminava con l’affondamento di una petroliera al largo delle coste. Il sindaco Chicco Promuove, parlando alla folla, celebrando la marea nera che terrà per sempre lontano ogni abitante del mare, ha detto che «mai più i pesci assassini faranno del male al popolo. Da oggi in poi solo carne di manzo nei nostri piatti: la lobby dei pesci martello non passerà!».

Abbiamo infine intervistato il pescivendolo della città, il quale ha dichiarato: «Era tutto regolare, era anche scritto nel contratto che il pesce era marcio. Se il sindaco non sa leggere, è mica colpa mia?» Cosa farà adesso che i suoi concittadini non vogliono più pesce? «Aprirò una macelleria e tanti salumi

Niente, ieri sera Boccia e altre due o tre capre ci spiegavano che la colpa è dei derivati se i bilanci di certi comuni sono in dissesto. La colpa non è delle banche, e neppure degli amministratori comunali, provinciali, regionali, nazionali, che sono totali ignoranti e firmano contratti a casaccio senza avere la minima idea di che sia un derivato, e forse neppure di bilancio.

La colpa, infatti, è dei derivati, che si sono infiltrati da soli nei bilanci pubblici. Bastardi!

In questo Paese è più facile vendere fontane di Trevi che cacciare un politico incapace, a quanto pare.

(Grazie a PMO_W per lo spunto).

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