Grillo e il merchandising

Ieri sera scrivevo questo tweet.

Ovvero la domanda che mi sono fatto: Grillo vuole che i suoi grillini vadano al potere o vuole solo che promuovano il suo marchio?

Ancora. Abbiamo visto ieri che il Movimento 5 Stelle non è un partito che si ispira ai valori della democrazia. Questa caratteristica è un feature o un bug? Ovvero è una cosa voluta o è una cosa incidentale?

Due indizi mi fanno propendere per la prima ipotesi.

Il primo è il motivo per il quale Grillo ha rilasciato su YouTube un video in cui dice una cosa mostruosa come “chi non è d’accordo con me, vada fuori dalle palle”. Il suo obiettivo non è creare un partito-movimento che migliori il Paese, perché il miglioramento viene da un processo di confronto con gli errori. Ci vuole qualcuno che ti dica che hai fatto o detto una scemenza. Grillo non lo accetta, perché non appartiene al suo personaggio.

Beppe Grillo al V-day
Cristiano Imperiali (lavoro personale) [see page for license], via
È il motivo per cui Grillo non rilascia interviste, né vuole che lo facciano i suoi. In un dibattito moderato, con fact-checking, all’americana, insomma, Grillo verrebbe sotterrato in un minuto. Ma lo stesso avverrebbe se andasse da un “amico” come Santoro: sarebbe costretto a trincerarsi nei suoi “siete morti” che già propaga sul suo sito. A che gli serve la tv?

Al netto delle cose belle (come l’ecologia) e dei proclami “i bambini, qualcuno vuole pensare ai bambini?”, basti notare quanto spazio Grillo dia al complottismo, ovvero ad argomenti di distrazione di massa che fanno leva sulla paura della gente e che perciò generano pageview. E lo dico per esperienza personale: gli articoli più letti di questo blog sono quelli che smentiscono tesi complottiste come quelle dei no-euro, per gli amici “neuro”.

La frase “fuori dalle palle” serve ad ammonire o a cacciar via chi è in grado di pensare con la propria testa e che, pur condividendo adesso il Pensiero Unico a 5 Stelle, non appena avuta visibilità potrebbe creare una corrente (il che non è di per sé una cosa negativa).

L’obiettivo in questo momento, infatti, non è guadagnare consensi, ma perderli: a Grillo basta entrare un po’ nelle istituzioni al fine di fare ammuina. Se diventi maggioritario o decisivo, c’è il rischio che tu debba rendere conto pubblicamente che uscire dall’euro è un’idiozia, che le scie chimiche, il signoraggio e le Biowash Ball non hanno alcuna base concreta. Parbleu, direbbero le pecore a 5 stelle, anche il nostro guru sbaglia?

Gli ultimi sondaggi vedono il M5S in ovvio calo. Missione compiuta.

Il secondo indizio per il quale non credo che Grillo abbia la benché minima voglia di governare è la serie di post che urla al gombloddo sulle firme. Io dubito che sia così difficile mettersi a raccogliere le firme: organizzi una specie di vaffa-day e in pochi giorni hai fatto. A patto che tu abbia effettivamente una base militante che voglia schiodare il sedere dal pc, perché stavolta le firme devi raccoglierle circoscrizione per circoscrizione, e non su proposte di leggi che possono raccogliere facilmente largo consenso.

Mettere le mani avanti, invece, è mediaticamente più profittevole: se riesci a raccogliere le firme, potrai dire “ce l’abbiamo fatta nonostante loro”, ricompatti la base e vinci; se non ci riesci, potrai dire “è colpa loro che non ci vogliono”, ricompatti la base e vinci. Intanto Grillo teme di non riuscire a raccoglierle, e comincia già ad additare i colpevoli da bruciare in piazza. Nonostante bastasse fare tre click, le parlamentarie di Grillo hanno raccolto appena 30mila votanti: la cosa non deve essergli piaciuta.

E poi: la norma sulle firme c’è sempre stata. Se si vota a marzo, Grillo deve raccogliere 120mila firme. Se si vota a febbraio, Grillo deve raccoglierne 60mila, ovvero la metà in 20 giorni in meno. Perché grida inutilmente al complotto? Gli stanno facendo un favore.

Uniamo i puntini. In pochi giorni la strategia grillina ha puntato all’esclusione dal movimento degli esponenti e dei seguaci più dotati di pensiero critico e al ricompattare la base più gregaria. Grillo ha voluto coscientemente bloccare la crescita dei consensi, per tenersi vicini solo quelli più fedeli e incantanti.

Grillo non è un’idiota, e Casaleggio pure meno. Non dice qualcosa di impopolare come un attacco al cuore della democrazia (ovvero il confronto) se non per un generoso ritorno. E questo ritorno è proprio una base ideologicamente pura e pronta a bersi tutto. E a comprarsi tutto.

Il marchio Beppe Grillo funziona già così com’è. Andare in Parlamento significherebbe dover cambiare il paradigma, fare un salto nel vuoto non necessario, perché il tuo impero politico-mediatico lo hai già costruito come forza di opposizione non responsabile. Se vinci le elezioni, o comunque hai un buon successo elettorale, fino magari ad essere decisivo, tu corri il serio rischio di doverti presentare nudo al gregge. Se hai troppi deputati, Grillo rischia di dover scegliere fra fare la cosa giusta e annacquare il programma a 5 stelle o fare quella sbagliata, ma coerente al programma, ed essere responsabile della prossima crisi nazionale.

Democrazia è compromesso. Se non ti piace, fuori dalle palle.

In quel video, Grillo ha parlato anche a sé stesso.

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5 Comments

  1. Quello che dico dalla prima volta che si presentò come politico…
    Se costruisci la tua politica sull’opposizione non sarai mai credibile agli occhi di chi, anziché scagliarsi solo contro l’attuale legislatura, pensa ad una alternativa. Sei soltanto come la gente che si lamenta al bar, solo che lo fai con un microfono.

  2. Ahaha! Quante baggianate campate sull’aria fritta in fricassea! LOL!
    Come se in TV facessero confronti aperti e democratici!
    Hihihi! Ma che TV guardi? In Italia non esistono siffatte meraviglie della fantapolitica.
    Grillo fa benissimo: “Se non ti piace fuori dalle palle”.
    Gli altri fanno lo stesso, ma in silenzio, dietro le quinte perché il loro è un “Se non rubi con noi fuori dalle palle!”.
    Democrazia? Che cos’è? Dov’è? Chi l’ha vista?
    Ecco… si potrebbe cercarla, chissà… magari è timidamente nascosta fra i prati in fiore…

  3. Considerando che almeno una volta a settimana, sul blog, ma pure sulla pagina Facebook di questo blog, ci scappa qualche litigata con qualcuno che non mi dà ragione, la tua accusa è profondamente infondata.

    È tutto pubblico e trasparente, per cui accomodati, verifica e, se ti scappa, chiedi scusa.

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