L’Europa è un privilegio

L’immagine qui di fianco (se non la vedete, cliccate qui) mi ricorda che ogni tanto le cose vanno ripuntualizzate, perché siamo esseri umani e abbiamo la memoria corta.

L’Europa è un privilegio, un sogno e una necessità. La sua importanza e i suoi benefici sono tali che per entrarci più di un Paese ha fatto carte false, e non solo per modo di dire. Ma mentre alcuni di questi Paesi lo hanno fatto in modo ragionato (come l’Italia), la Grecia lo ha fatto in modo criminale, e oggi sta presentando il conto a noi altri membri UE: ha truccato i conti, costruendosi dentro un buco nero fatto di corruzioni e ruberie che se la sta inghiottendo. E che noi, con le nostre tasse, stiamo tappando perché non inghiotta né loro né noi.

La Grecia in Europa non doveva entrarci proprio perché aveva meno dei requisiti più basilari. Ciò che sta subendo è esattamente ciò che la Grecia doveva ottenere dopo aver truccato i bilanci e accettato che la corruzione alimentasse il buco nero nelle sue finanze.

Non c’entra l’euro, non c’entrano i banchieri, non c’entrano gli speculatori. Se vivi in affitto e ti compri una Ferrari a rate non puoi prendertela col gruppo Bilderberg se finisci nei guai. La Grecia ha voluto una Ferrari che non poteva permettersi e ora quasi il 60% dei giovani è in mezzo a una strada. Il rapporto causa-effetto mica è una teoria cospirativa, no?

Entrare in Europa è effettivamente divertente, come dice l’immagine: ti apre nuovi mercati, rompe le barriere, ti stimola a competere e a migliorare (ammesso che tu lo voglia), ti dà una moneta forte che ti protegge dalle fluttuazioni dei mercati come una dracma o una lira di carta non potrebbe, ma te la devi meritare. Senza Europa oggi staremmo molto peggio.

È vero, potremmo stare meglio. Dell’Europa si possono dire tante cose: che funziona male (specie se si accettano membri a metà), che non è democratica, che è disunita (solo una parte dell’Unione ha la stessa moneta, e spesso solo una parte di questi accetta le decisioni comuni, assurdo!), che è ostaggio dei tedeschi e delle loro idee cretine. Ma ci serve: non possiamo pensare di competere in un mondo di giganti quando siamo a stento la periferia di un continente in declino. Non dobbiamo uscirne, dobbiamo farla funzionare.

Oggi stiamo subendo l’Europa tedesca perché ce la siamo cercata. Non abbiamo approfittato dei benefici dell’euro, dei bassi tassi di interesse che avevamo fino a pochi anni fa; abbiamo sprecato l’occasione di trattare da pari con i tedeschi grazie alla diplomazia del cucù e delle corna; abbiamo vissuto da cicale e adesso è arrivato l’inverno. Facemmo una scommessa sotto Prodi negli anni Novanta: facemmo carte false per entrare in Europa e la vincemmo. Non ne abbiamo approfittato e adesso i ditini della Merkel ce li meritiamo tutti, perché i tedeschi non avranno gli armadi puliti dei nostri (tutt’altro), ma sono stati più furbi di noi, e lo sono ancora: la Germania sta mandando avanti l’Italia sulla barzelletta della Tobin Tax (della cosa si parla a pagina 5) per giocarsela come carta alle politiche dell’anno prossimo, ma voi credere seriamente che i tedeschi vogliano polverizzare una delle maggiori piazze finanziarie del pianeta, l’Eurex, che se la gioca con New York e Chicago, per regalare tutto quel giro d’affari a questi e a Londra?

Non ho pietà per la Grecia (né per la Germania, ma è un’altra storia), e non ce l’ho perché nella Grecia vedo l’Italia fra qualche anno e non l’accetto. Avere pietà per la Grecia significa trovare scuse per non cambiare questo Paese che sta andando a gambe all’aria velocemente.

La ricetta tedesca ci strangolerà come sta strangolando una Grecia che però aveva già messo di propria volontà la testa in un sacchetto di plastica un decennio fa. Abbiamo ancora un po’ di tempo per trovare una strada alternativa, per abbassare le tasse, per stimolare la crescita, per stroncare corruzioni e mafie, per dare al Paese un futuro e non cumulo di macerie.

Ma prendersela con l’Europa mentre hai tutti questi guai al tuo interno significa cercare scuse per evitare di doverli risolvere sul serio.

Il tempo cura tutti i mali. E anche la morte, a suo modo, è una cura.

E il tempo scorre, che perdiamo tempo a frignare o meno.

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5 Comments

  1. Ammesso che la Grecia sia in una situazione del genere, non riesco ad immaginare il caso di una società di qualsiasi dimensione per cui la bancarotta fraudolenta di un socio titolare del 2% del capitale possa provocare il fallimento della società stessa.
    Se il modo in cui è stata costruita la moneta unica non ha previsto, e quindi ha permesso, una situazione del genere, allora direi che tra privilegio, sogno e necessità siamo più che altro nel mondo dei sogni.

    1. Immagina che gli altri soci (gli Stati) e i loro familiari (le banche) siano esposti direttamente verso il socio fallito, aggiungi che i soci meridionali siano pure di per sé indebitati, e vedi che la cosa quadra.
      All’Europa continua a mancare un CdA dotato di un qualche potere (per esempio un’autorità bancaria che possa competere con la misura transnazionale di molte banche europee), a comandare restano i soci, che fanno i propri interessi invece che quelli della comunità economica di cui fanno parte.

      L’UE è male amministrata, ma non è un’idea fallimentare: un prodotto può essere buono, geniale, rivoluzionario, ma se il management è incapace, auguri…

      1. Credo che sia proprio questo il punto, il peccato originale.

        Gli Stati entrando nell’euro hanno rinunciato alla politica monetaria, mantenedo le leve della politica fiscale per quel poco che è stato possibile utilizzare nello scorso decennio.

        La Banca Centrale Europea praticamente dichiara di non voler fare politica monetaria, quando dichiara che la unica missione è il controllo dell’inflazione.

        Già una moneta unica soggetta alle politiche fiscali sia pure parzialmente autonome di molti stati è a rischio, se poi manca anche una politica monetaria che faccia da contrappeso la situazione mi sembra ancora più insostenibile.

        Prendiamo l’intervento più proattivo fatto da Draghi negli ultimi tempi, il miliardo pompato nelle banche europee. Draghi non ha fatto altro che rispolverare il vecchio DM 27 settembre 1974. I soldi pompati sono serviti a permettere alle banche di rimettere in sesto i propri bilanci, senza aggiungere un euro di liquidità al sistema.

        Io vedo singoli stati che conservano un eccessiva libertà dal lato fiscale, fosse anche solo la libertà di truccare i conti, e una Banca Centrale Europea che appare sempre più ostaggio delle banche troppo grandi per fallire.

        Secondo me il sogno è stato voler fare, esempio unico nella storia del mondo, una moneta unica prima di avere uno stato federale europeo.

        IMHO

        1. Ho espresso più e più volte la tua conclusione su queste pagine (e non sono il solo, ovviamente): l’Europa è in mezzo al guado, ma l’euro è effettivamente irreversibile senza traumi epocali. Per cui o si giunge sull’altra sponda il prima possibile, o la prossima piena farà una strage.

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