Keynes contro Hayek, il secondo imperdibile video

Il video, stavolta, è in fondo all’articolo.

Ed ecco il secondo round del match fra Keynes e Hayek. Mentre nel primo video il vincitore dello scontro era chiaro sin dall’inizio, in quest’altro c’è molto più dibattito, quindi molta più incertezza e… un finale a sorpresa (almeno per chi non ha studiato la materia, che già sa chi sono i vincitori – ops, spoiler 😛 ).

La cosa più interessante in questo video è che viene mostrato come in realtà oggi (e non da oggi, bensì da almeno un secolo) non c’è quel liberismo sfrenato di cui spesso parlano (a sproposito) a sinistra per criticare il capitalismo, così come chi ai piani alti chiede libero mercato (a destra) in realtà chiede più Stato, che tradotto significa privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Eppure abbiamo sempre più liberi mercati sempre più sottoposti a regole e controlli, e, meraviglia delle meraviglie, la crisi è esplosa nel settore fra i più (forse il più) concorrenziali/e ma anche fra i più sottoposti a regole e controlli: quello finanziario.

In altre parole viviamo un momento storico in cui regna molta confusione circa le politiche economiche, visto che l’approccio usato negli ultimi dieci-vent’anni è un misto disordinato fra top-down (Keynes: decide lo Stato dall’alto) e bottom-up (Hayek: decide la gente dal basso). Si pensi, ad esempio, al fatto che gli USA nel 2008 salvarono Bear Stearns ma lasciarono fallire Lehman Brothers. Oppure, per stare sull’attualità italiana, abbiamo liberali annacquati a sinistra e socialisti ignoranti a destra (Tremonti non è un liberale, è più un colbertista, è uno che non vuole le privatizzazioni, che vuole i dazi, e altre scemenze).

Ora, non è che sia sbagliato unire i due approcci, ma non è accettabile che lo si faccia a casaccio. Giusto ieri Ben Bernanke, a capo della Fed, ha fatto capire che ci sarà un QE 3, ovvero, metafora per farmi capire, per la terza volta in tre anni la Federal Reserve stamperà soldi per poi buttarli da un elicottero nella speranza che qualcosa si risollevi (politica keynesiana).

Finora qualcosa si è risollevato? Sì, tanto, a cominciare dal PIL, ma attenzione: siamo in una situazione in cui gli utili aziendali esplodono, mentre l’occupazione continua a stagnare; nonostante si sia riusciti ad addolcire la curva della disoccupazione, non siamo ancora certi del fatto che si sia invertita. Siamo fuori dalla recessione grazie a lui, dice Keynes, ed è vero, ma non abbiamo l’altro effetto che lui si aspetterebbe, ovvero disoccupazione zero o almeno un veloce ritorno al suo livello naturale. Quando Hayek glielo fa notare, Keynes risponde che ciò è dovuto al fatto che le sue politiche non sono state applicate abbastanza e che comunque non importa in quali tubi scorre il denaro, ma che scorra da qualche parte, sicché prima o poi irrorerà tutti i tubi.

«Peccato non ci sia stata una bella guerra mondiale» Beh, per quello c’è ancora tempo.

Ma non voglio anticiparvi altro.

Il video è, ovviamente, in versione sottotitolata e, altrettanto ovviamente, non sostituisce il corso di macroeconomia (e nel video come nei sottotitoli c’è anche un tantinello di bias a favore di Hayek – bias che condivido solo per motivi non economici). Mi auguro che vi diverta come ha divertito me (anche se io l’ho visto in compagnia di qualche comunista, che alla fine si è ritrovato a tifare per Hayek, che dovrebbe essere uno dei suoi nemici giurati, per cui il divertimento è inarrivabile 😀 ).

Come sempre a disposizione nei commenti per discussioni, chiarimenti, critiche, insulti, ecc.. Buona visione.

(Grazie ai numerosi figlioli che mi hanno segnalato che esisteva anche un altro video: sapevo che c’era, ma pubblicarli entrambi in una volta sarebbe stato un sovraccarico di informazioni)

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5 Comments

  1. ot
    se passa (la formula dubitativa esprime solo vana speranza) ‘sta manovra, Bersani deve solo andarsi a nascondere (probabilmente a villa certosa)

      1. ticket, cancellazione delle agevolazioni fiscali, quell’altra porcatina sui titoli di stato (di quelli che hanno pochi soldi da investire)..
        ora, se partiamo dal presupposto che Bersani e’ a capo di un partito che non e’ altro che un coacervo di interessi personali e di lobby, allora non deve andare a nascondersi. Se invece ipotizziamo che sia il capo dello “shadow cabinet” italico e per di piu’ di centro-sinistra, allora si, deve andare a nascondersi. Per il semplice motivo che era il momento di proporre tagli seri allo spreco di risorse e di dare l’aut aut al governicchio, che tanto piazzera’ comunque la fiducia sulla manovra. 

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