Referendum sull’acqua: un’ombrellata dove non batte il sole per chi ha votato sì

White Petrolatum1Appena due settimane dopo il referendum già si cominciano a vedere gli effetti che qui abbiamo ripetutamente e ripetutamente e ripetutamente (continua a lungo) fatto notare con largo anticipo nell’indifferenza generale, a parte gli insulti e l’accusa di essere servi delle multinazionali.

Abbiamo l’ipocrisia di Di Pietro che dopo aver parlato per mesi di spallata, poi se ne esce che non è un voto politico (perché se si votasse oggi rischierebbe di non entrare in Parlamento).

Abbiamo l’ignoranza siderale di Bonelli che le leggi che si vogliono abrogare manco se le è lette (che vergogna i Verdi italiani, andassero a scuola da quelli tedeschi, invece di fare la spalla ecologista dei comunisti).

Abbiamo il video di Bersani che ci dimostra che, mentre di facciata ha appoggiato il referendum, dietro le quinte si muove per fare la cosa giusta, quella che ci chiede l’Europa e cioè appoggiare la Ronchi oggi abrogata.

Abbiamo Vendola che sapeva benissimo che l’abolizione del 7% era una favola, ma che non ce l’ha detto perché nessuno glielo ha chiesto (pisciare addosso a Vendola significa lavarlo, prendetene atto: è il Berlusconi di sinistra, altro che l’Obama italiano).

Abbiamo l’Acquedotto Pugliese che non abbasserà le tariffe perché il 7% serve a pagare gli investimenti, non è profitto ai privati, e abbiamo Hera, gestore emiliano-romagnolo del PD che le tariffe le ha addirittura alzate.

Abbiamo persone che si lamentano del proprio gestore idrico, dicono che è un poltronificio, salvo poi scoprire che il gestore è 100% pubblico e che, se la Ronchi fosse ancora in vigore, il poltronificio sarebbe stato chiuso nel 2011, mentre adesso durerà fino al 2023 almeno.

Insomma, i leader del referendum, di tutti i partiti, hanno utilizzato quei poveri ignoranti (in diritto e in economia) per fini propri, politici. Han fatto credere che i referendum avrebbero risolto i problemi, o che almeno avrebbe dato una spinta al cambiamento. Per fregare i creduloni che nulla sanno della questione acqua, hanno usato slogan che erano falsi e irrealizzabili.

La realtà, cari miei, supera ogni slogan. I referendum sull’acqua sono stati inutili, lo erano già prima di nascere, e sono stati dannosi, perché i poltronifici (ovvero quelli dell’acqua pubblica) continueranno a prosperare.

In altre parole, noi poveri fessi che paghiamo le bollette ci prendiamo l’ombrellata di altaniana memoria, da destra, da sinistra, da sopra, da sotto, da oltre (l’unica differenza è per quelle poche Cassandre che queste cose le avevan dette prima del referendum e che hanno avuto la grazia di un po’ di vaselina).

Italiani, svegliatevi: i vostri pastori, qualunque sia il loro partito o movimento, sono dei lupi che vogliono sbranarvi.

Photo credits | Kiyok (Own work) [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons

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6 Comments

  1. Come ho già scritto altrove, chi non conosce la differenza fra profitto e remunerazione di capitale, ma si è sentito in dovere morale di votare e votare sì, merita solo di essere irriso in omnia saecula saeculorum. 

    PS: mi sono permesso di condividere l’articolo tramite ping.fm

    1. Grazie mille.

      Questo referendum è stato solo la dimostrazione del fatto che abbiamo un serio problema di conoscenze basilari di economia. Al di là dell’acqua, se ce le avessimo un po’ tutti queste conoscenze, forse un po’ di gente sarebbe a casa a fare qualche altro lavoro, invece che il ministro dell’Economia. E questo Paese ripartirebbe. Basti pensare alla presunta riforma fiscale, un’altra bastonata alle classi basse e medie che meriterebbe il linciaggio al solo pensiero.

  2. Ma come fate a prendervela con chi non capisce di economia, non è mica rimasta ferma nei secoli, è diventata materia complessa e non tutti la possono comprendere.
    Io ho votato no perchè ho letto tutti gli articolo di questo blog e i link vari allegati per farmi un idea e non perchè ci capisco di economia. Ok, forse ho uno spiccato senso critico più alto rispetto alla norma e so che bene o male tutti cercano di mettertelo in xulo (persino i parenti), ma allo stesso tempo mi sento fortunato di essere capitato su queste pagine.

    1. Io non me la prendo con chi non capisce di economia, ma con chi vuole pontificare e legiferare di economia non capendo di economia né volendo capirne. Non me la prendo con te, tu hai voluto capire, me la prendo con chi, invece di rispondermi, ha preferito ignorarmi, insultarmi o rinfacciarmi i soliti slogan.

      1. è da qualche giorno che dovevo rispondere…
        e dovevo scrivere praticamente la stessa cosa che hai pubblicato tu (solo che io sarei stato volgare) :

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