Sciogliere i nodi del discorso di Mirabello

Una volta c’era un gioco da tavolo (vattelapesca il nome), il cui tema erano i viaggi. Una delle carte “imprevisti” che si poteva pescare nel corso del gioco recava semplicemente la scritta: “Niente di nuovo, buon viaggio”.

Sul discorso di Fini a Mirabello:

  1. Ha cominciato ribadendo che siamo in un momento di schizopolitica: Fini vuole essere cacciato dal partito, ma Berlusconi non può farlo. In altre parole, è una gara per far passare per cattivo quell’altro;
  2. Fini ha capito che il PdL è un Forza Italia allargato dove lui non avrebbe mai contato una sega, pertanto o Berlusconi lo fa contare o lui si conta fuori (fermo restando il punto 1);
  3. Fini ha capito che c’è un segmento elettorale attualmente non servito da alcun partito politico: quello dei liberali legalitari di destra (elettorato d’opinione, molto mobile, fra cui c’è pure Travaglio, che poco ci mancava si spellasse le mani dagli applausi ieri sera su La7). Non è un caso se il discorso di Mirabello è facilmente sovrapponibile al programma elettorale dell’Italia dei Valori;
  4. Fini sa bene che a destra non può comunque sopravvivere senza Berlusconi, da cui discende l’apertura sull’immunità del capo, che poi è l’unico scopo di Berlusconi in politica (e questo è un punto che i liberali legalitari di destra sopportano volentieri, e fa proseliti pure a sinistra – escludendo quelli che chiamerei “montanelliani”, i più radicali, fra cui Travaglio).

Sciolti questi nodi, si può facilmente notare che non è successo nulla: al massimo Fini altro non farà che opposizione interna, magari detterà l’agenda su tutto, basta che restino fermi l’impunità del capo e i carri di battaglia della Lega (federalismo fiscale in primis, sul quale Fini si è detto d’accordo senza però nulla aggiungere al nulla assoluto dei decreti delegati che il governo sta emanando in questi mesi a riguardo). A Berlusconi questo basta, le grida di Capezzone e Cicchitto sono tutta scena tanto per dire che qui comanda ancora Silvio. Il resto è solo una battaglia di potere, in termini di marketing è una risegmentazione del mercato. A questo punto, l’unico errore lo può commettere Berlusconi decidendo di andare ad elezioni, ma Fini dopo il discorso di ieri potrebbe facilmente rubare voti un po’ a tutti e diventerebbe rischioso per il Cainano (sempre fermo il punto 1, è fondamentale).

Nel suo viaggio, Fini si è fermato a Mirabello, ma la carta che ha pescato è proprio “Niente di nuovo, buon viaggio”. A noi semplici osservatori non rimane che un bel “e quindi?” aspettando che qualcuno, finalmente, faccia una mossa, dopo una estate di semplici prese di posizione.

Anche il PD, che è il secondo soggetto che rischia di perdere tutto per colpa di Fini, che ieri ha scaldato non pochi cuori anche a sinistra (il mio compreso, fin quando non ho deciso di smettere con le droghe talmente pesanti che anche la mafia rifiuta di distribuire (( Chiaramente non mi sono mai drogato in vita mia, precisazione nel caso un giorno Feltri passasse per queste pagine e che non possa costruire scandali sulle mie cucine (che, effettivamente, sono uno scandalo, ma questa è un’altra storia.) )) ).

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