La deludente risposta di Di Pietro a Flores D’Arcais

È qui. Commento:

tutti noi dell’Italia dei Valori, della partita, pronti a mobilitare tutte le nostre strutture organizzative (e i due milioni ed oltre di firme raccolte per i tre referendum – acqua, nucleare e legittimo impedimento – stanno lì a dimostrare la forza della nostra organizzazione). Siamo pronti a tappezzare il Paese con manifesti per denunciare le nefandezze berlusconiane (cosa che, peraltro, stiamo già facendo). Siamo pronti a investire ulteriormente nella comunicazione in Rete (da settembre partirà una Web Tv dell’Italia dei Valori). Siamo pronti a girare (lo sono anche io personalmente e col megafono in mano), per tutte le piazze e i mercati d’Italia per “chiamare alle armi” il popolo democratico per una nuova grande manifestazione.

Tutto quello che vuoi, ma Berlusconi ha sempre le televisioni, e l’italiano tipo che vota Berlusconi difficilmente s’informa in rete o, figuriamoci, leggendo i manifesti. Inutile: con questa legge elettorale a Berlusconi non serve la maggioranza degli italiani, serve solo una relativa maggioranza rincoglionita o rincoglionibile, che è certamente fuori dalla portata di qualunque partito di opposizione o simil-tale.

Non esiste, e non può esistere, la possibilità che si realizzi un’inedita coalizione politica elettorale che veda insieme la destra di Fini e la sinistra del Partito democratico. Gli elettori di entrambi gli schieramenti li manderebbero a quel paese.

C’è un problema di fondo: la coalizione sarebbe temporanea e solo parlamentare, non certo elettorale. Difficilmente gli elettori di entrambi gli schieramenti li manderebbero a quel Paese solo per avere abolito il Porcellum, anzi, io credo proprio il contrario. Oltretutto c’è la possibilità di sfruttare i (molti) parlamentari PdL-Berlusconiani che hanno il timore (piuttosto fondato) di non essere candidati, perché Berlusconi vorrà con sé solo cani più cani di loro, vuole gente che abbia un chip dentro la testa che possa essere usata con un telecomando, mentre loro (i trombati) hanno un misero guinzaglio, troppo 1.0.

Di Pietro ripete la stessa cosa un milione di volte, quindi mi chiedo: riesce a distinguere le elezioni da un governo tecnico che cambi questa caz*o di legge elettorale? Perché mischi le due cose a me appare un mistero.

Il Pd sta lavorando per costruire una nuova coalizione con l’Udc e con la resuscitata “balena bianca”

Poniamo che sia vero (ma in tal caso gli elettori del PD sicuramente non capirebbero, e voterebbero altri), ma io preferisco morire democristiano piuttosto che fascista.

Così stando le cose, non ci resta altro da fare che rimboccarci le maniche e intanto partire da soli nella costruzione di un’inedita coalizione.

Che ruberebbe voti a tutti tranne che a Berlusconi. Con una legge elettorale diversa, il probabile proporzionale, questo avrebbe pure senso. Ma con questa legge Acerbo significa far diventare l’Italia una bambola gonfiabile full optional a disposizione di Berlusconi e Bossi. Roba che neanche le più “consumate” e ninfomani pornostar potrebbero farle concorrenza. È difficile fare questi due conti, Tonino?

è inutile cercare di cambiare da dentro le regole del gioco (legge elettorale, conflitto di interessi o pluralità dell’informazione). Non lo faranno e non ce lo faranno fare.

Provarci, almeno? Se Berlusconi rassegna le dimissioni perché, come è evidente, non ha una maggioranza, vogliamo dare una possibilità ad un nuovo governo che cambi questa accidenti di legge? Tanto se fallisce si va a votare comunque con questa stessa legge, quindi che cambia?  Chi ti vieta di fare tutte le coalizioni che vuoi, ma nel frattempo tentare di abolire la porcata? Perché remare contro a prescindere?

Io cerco di immaginarmi, a settembre, Napolitano che affida al signor X l’incarico di formare il governo, programma: cambiare la legge elettorale. Tutti d’accordo tranne Berlusconi, Bossi e… Di Pietro. Il signor X fa i suoi conti e scopre che non ha una maggioranza, torna al Quirinale e dice a Napolitano: «non ce l’ho fatta». Il Capo dello Stato indice le elezioni per novembre, Berlusconi le vince perché, pur avendo il 40% tutti i suoi avversari si sono presentati a ca*zo di cane, e non ci rimane che piegarci in avanti e aspettare un ombrello che ci farà da ombra per minimo qualche anno.

E questo non sarebbe un semplice autogol di Di Pietro, ma un vero e proprio cambio di casacca. E stia sicuro che io uno che fa un favore del genere a Berlusconi non lo voto, a costo di votare un post-democristiano o addirittura un post-fascista. O addirittura Grillo, se non si allea con cripto-berlusconiani.

Sono deluso e incazzato.

Photo credits | joelogon

Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).