Il denaro non fa la felicità

(da “Sciccherie”)

Oggi non è stata una giornata facile per il nostro Presidente del Consiglio. Lungi da me nel voler parlare sempre e solo di una sola persona. Ma, negli ultimi giorni, in piena campagna elettorale, sembra gli stia succedendo di tutto. Come se fosse perseguitato dal fantozziano “nuvolone dell’impiegato”. Meglio, dell’imprenditore.

La mattina si apre con un editoriale della Repubblica, scritto a quattro mani da Giuseppe D’Avanzo e Conchita Sannino, nel quale vengono rilasciate delle dichiarazioni “particolari” dall’ex fidanzato di Noemi. Si, sempre lei.

Poi è il turno della partita del Milan, la squadra che presiede. Il clima si preannuncia di festa, mista però a tristezza: dopo 24 anni di gloriosa affezione alla maglia, infatti, Paolo Maldini gioca la sua ultima partita a San Siro, contro la Roma. Quando la maggior parte del pubblico dalle tribune si aspettava gli applausi scroscianti, dalla curva – e in particolare dalla tifoseria organizzata – si levavano alcuni striscioni, misti a fischi e cori. Rivolti contro colui che ha resuscitato una squadra destinata al fallimento e contro il capitano deciso ad abbandonare a 41 anni, rimastogli fedele.

Forse quei pochi, che tanto rumore sono riusciti a creare, potevano lasciare da parte le contestazioni ingenerose ed ingloriose al giocatore simbolo, a cui alcuni hanno preferito Baresi, e che, oggettivamente parlando, non meritava.

Ironiche invece le frasi dedicate ad un preciso membro della dirigenza: “Sono anni che compri bidoni e figurine. Quest’anno chi compri… le veline?”, oppure “Se vendi Kakà per risanare la società e non spendi più i tuoi milioni… Caro Berlusconi, grazie di tutto… e vai fuori dai coglioni!”. L’esclamazione più chiarificatrice è questa: un “devi spendere!!!” scritto a caratteri cubitali.

Il Milan è secondo in classifica in coabitazione con la Juventus. Non ha sfigurato nel campionato che si sta ormai chiudendo, ma – si sa – i tifosi non sono mai sazi. E non comprendono certe situazioni. Il Presidente, in questi giorni, sta spendendo, e anche molto. Spende per la squadra; spende per la nuova villa in Sicilia, spende per mantenere le sue imprese e proprietà sparse per il mondo; spende in ambiti legali per pagare le parcelle agli avvocati (per il momento civilisti, s’intende); spende per regalare collier a neo diciottenni festeggianti; spende per la famiglia; spende per finanziarie le operazioni pre-elettorali; spende per organizzare banchetti e concerti.

Qualche maligno, proprio “cattivo cattivo”, potrebbe sostenere che spende anche al fine di corrompere qualcuno. Sicuramente spenderà anche per quella vicenda privata. Fatto sta che, a 72 anni, deve amministrare un patrimonio privato immenso, senza dimenticare quello pubblico. Insomma, un modus vivendi che, in barba alle ricchezze, farebbe bramare all’ubiquità.

Il sorriso, che sempre lo ha contraddistinto, ha lasciato spazio, ultimamente, ad un’espressione decisamente più torva e malinconica. Una risata è stata carpita dalle testate, oggi allo stadio: ma anch’essa sembrava sofferente e quasi di circostanza. È umano anche lui, quindi.

Come se non bastasse, il Milan ha anche perso 3 a 2. In casa.

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