Dialettiche

Altro episodio dedicato al Presidente del Consiglio. Nulla di personale, ma la sua estrema capacità oratoria stimola in maniera naturale le altrui analisi. Mogol e Battisti scrivevano “io vorrei, non vorrei, ma… se vuoi”. Lui vorrebbe che i media si occupassero della sua persona, perché c’è la campagna elettorale e in virtù del ruolo che riveste; non vorrebbe, perché rischia di essere sbeffeggiato, criticato e magari perseguitato “da una certa stampa”; e infatti, “se vuoi”, o informazione, parlare di lui è tanto meglio: la pubblicità, sia essa positiva o negativa, sempre pubblicità è.

Oggi il nostro premier parla all’assemblea di Confindustria. La Repubblica dimostra di essere il solito giornale malvagio, pubblicando – con un tocco di voluto cinismo? – foto di Berlusconi intento con il make up celato in un fazzoletto. Vabbè, in barba all’età dimostra di tenere all’aspetto fisico. Effettivamente, quanti ragazzi e ragazze si spalmano metri di fondotinta per coprire i brufoli usando lo stesso trucchetto…

È un’ingiustizia, però…

Sono le frasi che dovrebbero interessare. Doveva essere un semplice saluto, invece il Cavaliere parte all’attacco subito (sempre secondo i giornali): “La giustizia penale è una patologia nel nostro sistema. I giornali oggi dicono che non è possibile criticare i giudici, ma criticare i giudici è un diritto di ogni cittadino”. Criticare i giudici non significa dire che la giustizia penale è una patologia, ossia una malattia. Si può tranquillamente sostenere che vi sono buchi legislativi contrapposti ad avvitamenti burocratici. È più che lecito sostenere che le cause durano anni. Ma se la procedura penale fosse in uno stato di quarantena, a piede libero vi sarebbero migliaia di criminali. E magari si ritroverebbero in galera ancora più innocenti che, di fatto, non possono permettersi Taormina, Ghedini o Pecorella come avvocati…

Inoltre è vero che criticare i giudici è diritto di ogni cittadino; tutti i poteri dello Stato sono sotto giudizio, in effetti. Infatti, anche il potere esecutivo può essere criticato dalla stampa. O no? Sarebbe, quindi, meglio nutrire comunque un certo rispetto sempre e comunque per le istituzioni, a prescindere da una sentenza o da una legge solo soggettivamente giusta. E chi può garantire più fiducia nelle Pubbliche Amministrazioni se non il Primo Ministro? In altri Stati lo fanno.

“I giudici hanno deciso il contrario della verità, perchè sono estremisti di sinistra. È come se Mourinho arbitrasse Milan-Inter. Basta con un Csm dove i giudici si assolvono sempre. Non ci fermeremo fino a quando non sarà separato l’ordine dei magistrati dall’ordine degli accusatori.” Come già scritto ieri, giudice = sinistra = nemico. Si deduce che se in un procedimento Berlusconi dovesse essere assolto, solo quel giudice sarà “giusto”; viceversa “ribalta la realtà”. Credo che siano molti quelli curiosi di vedere la tessera di partito di Ilda Boccassini o, per ultima, Nicoletta Gandus. Continuando, è limpido che qualche giudice talvolta venga condannato. Per corruzione, ad esempio. Sorvolerei, per ora, sui pro e contro della separazione delle carriere.

“Ho le spalle larghe, più mi picchiano più mi rinforzano ma un cittadino normale con questa situazione paga un prezzo troppo alto”. Ma è ovvio. Il Lodo Alfano è pari all’invulnerabilità in un videogame sparatutto. Per concludere l’argomento, l’Associazione Nazionale dei Magistrati non l’ha presa al meglio. Chissà perché, sono solo critiche…

Carneade: chi è costui?

“Il signor avvocato Mills, che io non ho mai conosciuto, riceve per le prestazioni da un armatore italiano una parcella da 600mila dollari, così per non pagare tasse dice che è una donazione. E quando viene messo sotto pressione e gli si chiede da dove arrivi quel denaro, decide di chiamare in causa un dirigente Fininvest morto… Poi si accorge di quello che ha fatto e finalmente dice la verità”

Chissà se precedentemente ai processi All-Iberian e sul presunto giro di tangenti alla Guardia di Finanza (’97-’98), Berlusconi e Mills si conoscessero di persona. Fatto sta che l’avvocato inglese era consulente Fininvest all’estero e testimoniò proprio a favore dell’imprenditore per quelle cause. Succede che nella dichiarazione dei redditi di Mills qualcosa non quadra: 600 mila dollari sono fuori dal bilancio. L’avvocato, al commercialista, riporta oralmente e per iscritto che quei soldi sono stati il guadagno per aver tolto un fantomatico Mr. B. dai guai. Il tramite sarebbe stato Carlo Bernasconi, gran capo di Medusa, morto nel 2001.

L’infame commercialista espone denuncia al fisco britannico, che passa la palla ai Giudici di Milano. Convocato in Italia, alla vista della lettera, Mills confessa il 18 luglio 2004 una prima volta. Poi ritratta la versione 5 mesi dopo e poco prima del dispositivo della sentenza (4 anni e mezzo più tardi; a donargli i soldi sarebbe stato tale Attanasio, un armatore). Un potenziale, disdicevole errore ha coinvolto nuovamente il Premier e ha garantito la condanna – in primo grado – a Mills. Colpa di deduzioni errate di giudici schierati, quindi.

Manuale di economia

“Certamente importante è la componente psicologica di questa crisi e ho fatto bene a cercare di infondere sempre ottimismo. La fiducia è un fattore cruciale per uscire dalla crisi. Bisogna cercare di allontanare questa paura e sono addolorato quando giornali, tv e opposizione cantano la canzone del pessimismo e del catastrofismo”.

Se da un lato è vero che il rischio psicosi poteva indurre qualcuno a non comprare nemmeno il pane, la realtà è ben diversa da questo punto di vista – per fortuna -. Però, quella della frase, pare un po’ la logica usata dal Ministero della Verità di Orwelliana memoria: se non lo si dice, il problema non esiste. Se la TV non descrive un mostro viola che sta distruggendo i palazzi e mangiando le persone, questo non c’è. Quindi il tetto inesistente sopra la testa, da cui fa capolino un coso lilla con un occhio solo mentre allunga il tentacolo, è solo frutto di fervide immaginazioni. Quindi, la crisi economica (che esiste per davvero) si combatte solo con la fiducia, cioè solo con la forza del pensiero. Forse la canzone del pessimismo e del catastrofismo – ma solo forse – è semplicemente quella del realismo. Meglio prevenire in concreto o sedersi a pensare che “vada tutto bene”?

Grandi poteri, grandi responsabilità

“Il premier non ha poteri. Comprensibilmente dopo il fascismo hanno privilegiato il Parlamento, tutti i poteri ce li ha il Parlamento, che però è pletorico. Basterebbero un centinaio di parlamentari, come nel Congresso americano. Bisognerà passare per forza per una legge di iniziativa popolare, altrimenti sarebbe come chiedere ai capponi [i parlamentari] di votare per anticipare il Natale”.

Se non avesse avuto poteri, il Presidente del Consiglio non avrebbe mai potuto promuovere Michela Vittoria Brambilla a Ministro, per dire. Se Wikipedia non soddisfa, un’informazione più completa in proposito la danno gli articoli della Costituzione dal 92 al 96. Inoltre il premier esprime pareri in pubblico. Che ovviamente hanno un certo credito e influiscono i comportamenti di qualsiasi persona, dal semplice cittadino al Capo di Stato estero. Se non sono poteri, sono oneri. Ma dovuti solo ed esclusivamente all’eccelso ruolo che si riveste e si deve rispettare.

Il Parlamento è la rappresentanza più diretta del popolo. Ed è naturale (quindi non semplicemente “giusto”) che la democrazia debba possedere le funzioni basilari dello Stato (lo chiamano potere legislativo). Pletorico, per chi non lo sapesse, significherebbe “eccessivamente abbondante”. Probabilmente è così. Perché non prendere il modello statunitense, il cui Congresso conta un centinaio di parlamentari? Perché è una stronzata (le cose si chiamano con il loro nome). Il Congresso made in USA è, come in Italia, composto da due Camere. Quella dei Rappresentanti (435 membri) e il Senato (solo questo ne contiene 100).

Ad onor di cronaca, la prima delle due camere ha il diritto di mettere sotto impeachment il Presidente della Repubblica, la seconda di giudicarlo. Se si ammira il modello americano, perché non importare anche questa fattispecie? La Legge d’iniziativa popolare, invece, sarebbe il referendum costituzionale. Se già vi sono stati problemi nel chiedere la modifica lieve delle modalità di elezione, figurarsi cosa può causare un cambiamento radicale delle Camere… Per queste affermazioni, anche Fini si è sentito parte in causa, mostrando forti perplessità verso il discorso dell’alleato.

Lezione di stile

“Ieri sera la presidente di Confindustria è venuta a trovarmi a Palazzo Chigi e un commesso mi ha detto: ‘C’è di là una velina’. Era la presidente, era in gran forma, elegante, tutta vaporosa perchè aveva una cena: sembrava volasse sui tappeti di Palazzo Chigi”. Si sa che il Cavaliere si trova a proprio agio con belle donne. Nei giorni scorsi tanti articoli si sono aggiunti agli altri già esistenti.

Ma, piuttosto che ridere, ammiccare e “aprirsi” alle interviste, Emma Marcegaglia, “la presidente”, ha risposto così: “Berlusconi mi ha detto che ero molto elegante e ha aggiunto che sembravo una velina. Non ho niente contro le veline, non mi dispiace che mi si dica questo. Quando si hanno più di 40 anni… Ma francamente preferisco quello che mi ha detto Raffaele Bonanni accogliendomi in questa sala, che sono una persona seria, libera e concreta”.

La classe non è acqua, dopotutto.

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