Che poi la costituzione bolscevica non era mica tanto male

Silvio Berlusconi, qualche giorno fa, ha detto che la nostra Costituzione è bolscevica e va cambiata. Mosso dalla curiosità, mi sono messo a cercare il testo in inglese della Costituzione che avrebbe ispirato la nostra e l’ho trovato qui. E ho scoperto che la Costituzione bolscevica non era poi tanto male. Il problema, al massimo, era che si trattava di parole mai applicate, visto che alla fine comandava Stalin. Insomma, la Costituzione russa non era male, ma non era praticamente applicata: era solo propaganda, e Silvio, da esperto nella divaricazione fra parole e fatti, dovrebbe saperlo.

I nostri Costituenti inserirono sì delle parti ispirate a quel testo, ma senza tutte le scemenze socialiste come l’abolizione della proprietà privata o il dirigismo a tutti i costi. Hanno preso solo la polpa, la parte buona, insomma.

Ad esempio, l’articolo 3 afferma che nell’URSS la sovranità appartiene al popolo operaio che la esercita attraverso i suoi rappresentanti. L’influsso di questo articolo sulla Costituzione italiana è evidente (articolo 1), ma invece che limitare il potere alla classe operaia, la nostra Costituzione la attribuisce a tutto il popolo, dall’operaio al padrone, a tutti. Silvio ha qualche problema con questo?

Al Capitolo III si afferma che il più alto organo dell’URSS è il Soviet Supremo, che si divide in una specie di Camera (eletta in base ai cittadini – un deputato ogni 300000 cittadini) e in una specie di Senato (che funzionava grossomodo come quello americano, anche se la ripartizione dei seggi non era così semplice, come negli USA, dove si hanno due senatori per Stato). Una legge deve essere approvata nello stesso testo sia dal Soviet-Camera che dal Soviet-Senato. Sì, somiglia proprio al bicameralismo perfetto che abbiamo in Italia, che ha fra i suoi pregi il fatto di essere garantista (e fra i suoi difetti di essere lento). Ma non è una questione bolscevica, bensì, potrei dire, di iperdemocraticità, che per un Paese appena uscito da una dittatura era un obbligo, per evitare che qualche residuo fascista ritornasse al potere.

Al Capitolo V si parla del governo e, a parte qualche potere di troppo sui governi delle Repubbliche che facevano parte dell’URSS, il suo ruolo è ben delineato, e non direi ci fosse qualche cosa come la decretazione d’urgenza che Silvio vorrebbe esercitare senza controllo (cavolo, com’erano garantisti nell’URSS, almeno in teoria).

Più avanti, all’articolo 112, si legge che “i giudici sono indipendenti e soggetti solo alla Legge”. Anche nella nostra Costituzione c’è qualcosa del genere: all’articolo 101 “I giudici sono soggetti soltanto alla legge.” e all’articolo 104 “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.” Silvio invece la vorrebbe al guinzaglio del governo: forse per questo non sopporta la nostra costituzione “bolscevica”?

Quasi alla fine c’è un Capitolo, il X, che si intitola “Diritti e doveri fondamentali dei cittadini”, e parla di diritto al lavoro, a uno stipendio adeguato al lavoro svolto, di diritto al riposo, di diritto alla pensione (sia per gli anziani che per gli invalidi), di diritto all’assistenza medica, all’istruzione, si parla di uguaglianza totale fra uomini e donne, del fatto che l’URSS garantisce uguali diritti nelle sfere economica, sociale, culturale, politica, sancisce la libertà di coscienza (di religione). E li garantisce indipendentemente dalla razza, mentre da noi stanno emanando le leggi razziali ((Maroni, denuncia anche me, per favore.)). Elenca che nell’URSS sono garantite le libertà di parola, di stampa, di assemblea e di sciopero, di riunirsi in sindacati, si parla di inviolabilità della persona, della sua casa, della sua corrispondenza. Parla di separazione fra Stato e Chiesa e addirittura fra scuola e Chiesa. Incredibile, sulla carta erano anche più avanti della Parte I della nostra Costituzione, ‘sti bolscevichi.

Nel capitolo IX si parla di sistema elettorale, che da noi viene nominato solo per grandi linee nella Costituzione. Nel 1936, dieci anni prima dell’Italia, la Costituzione sovietica garantiva, all’articolo 137, il diritto di voto alle donne (che per i russi, evidentemente, non erano solo un raccoglitore di sperma, come crede il nostro Silvio). Il suffragio è universale, il voto è segreto, insomma, tutte cose che abbiamo anche noi.

Insomma, la Costituzione sovietica del 1936 (quella che avrebbe ispirato la nostra) sulla carta non era certo male, e se Silvio l’attacca lo fa per due motivi (che possono coesistere): o non la conosce e parla a vanvera o ha problemi con le libertà che quella Costituzione (e la nostra) garantiscono.

La Costituzione sovietica, quindi, era avanzatissima, e se epurata dalle scemenze comuniste (che non esistono nella nostra), sarebbe stata un’ottima legge fondamentale. La differenza è che la nostra Costituzione viene (veniva) applicata sul serio (o quasi), mentre nell’URSS Stalin ci cagava sopra. Ecco, forse questa è l’unica cosa che abbiamo preso dalla Costituzione russa: il fatto che qualcuno (Berlusconi, in questo caso) la usi per pulirsi il culo.

Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).