Pregi del mercato (quando i soldi non c’entrano o quasi)

Il bello della libera concorrenza è che ci sono un sacco di soggetti, quindi se a uno non piace un prodotto, può andare da un’altra parte. Estendendo fuori dal campo economico, uno può fare quello che vuole, basta che rispetti la legge. Questo collegamento non è un caso: il libero mercato, direbbe Marx, è la struttura, il resto (il diritto, la cultura, eccetera) è la sovrastruttura.

Uscendo, ancora, dal mercato delle mele e delle banane, rimane lo stesso pregio: in un Paese normale, possono esserci imprese pubbliche e imprese private che offrono servizi sanitari.

Poniamo che in un Paese una sentenza definitiva stabilisca che una persona in coma irreversibile, accertata che quella era la sua volontà quando aveva tutte le sue facoltà, può morire. Il tutore non deve fare altro che scegliere una clinica e lì sia fatta la sua volontà.

In un Paese dove lo Stato è onnipotente, questo non succede: basta una minaccia del governo e il diritto è bello e sotterrato.

Può sembrare nulla, e invece è tutto: senza concorrenza ovvero senza possibilità di scelta, finiamo in dittatura. Che poi sia comunista o fascista, è un male in ogni caso.

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