Bruno Vespa sempre più a fondo

Sto seguendo con un certo ribrezzo Porta a Porta sul caso Magnanapoli (il comitato d’affari, Romeo, Bocchino, Lusetti, etc.).

Gli ospiti sono, ovviamente, gli indagati Bocchino e Lusetti, per fare autodifesa (cittadini, noi siamo innocenti, lo diciamo in tv), l’immancabile Gasparri che, guardandolo, credo non abbia ancora capito di che cosa stiano parlando (siamo appena a mezz’ora di trasmissione); il mitico Castelli, che dice eminentissime cazzate; e Buttiglione, che, ve lo giuro, sta filosofeggiando sulla questione morale in modo che definire assurdo è scherzarci sopra.

Vespa li lascia parlare, tanto che mi chiedo che ci faccia lì: lo paghiamo non so quanti milioni di euro l’anno (prelevati dal nostro canone) e lui non fa un cazzo. Ogni tanto dice “la parola a…” o “vediamo il servizio di…”, oltre a buonasera e buonanotte. A sto punto basta una voce registrata: l’intelligenza artificiale (lo giuro) ha raggiunto livelli di risposta ben più alti.

Giusto per dare un’idea del tenore della puntata, Castelli ha bollato le inchieste di Napoli in questo modo: «Tanto si sa, finiranno tutte in una bolla di sapone, come sempre». Come sempre? Fino al 1998 i politici e gli affaristi in galera ci andavano eccome: solo a Milano sono state condannate un migliaio di persone in quella immensa ruberia nota col nome di Tangentopoli (in cui era coinvolto anche Romeo, diciassette anni e non è cambiato niente!). Poi è arrivata la riforma della giustizia auspicata con troppo anticipo da Craxi: D’Alema e Berlusconi cancellarono allegramente tutte le prove raccolte negli anni, e tutti i processi furono infilati nella tazza del water. Allegria. Scommettiamo che fra un paio d’anni, rivoluzione argentina a parte, avremo un indulto o un’amnistia?

Come mi manca Schifani. Non avrei mai pensato di dire una cosa del genere…

(No, non hanno parlato del referendum di Di Pietro per abolire la legge Alfano, non scherziamo, per favore).

Aggiornamento 00:30: oddio, c’è anche l’altro indagato, Salvatore Margiotta, il quale ha il coraggio di chiamare in causa la Giunta per le autorizzazioni, di cui avevamo parlato pochi giorni fa! Tutti a fare autodifesa mediatica! Mi viene da chiedere: se in studio ci sono solo politici di tutti i partiti, che sono o inquisiti o dichiaratamente contro i magistrati, se i servizi presentano le situazioni in modo distorto, in tutta questa immondizia televisiva, l’opposizione chi è?

Aggiornamento 00:43: adesso Margiotta attribuisce a un altro deputato, Paniz, una cosa che ha detto lui. Glissa sulla sentenza del Riesame che lo ha scarcerato. Anzi, non termina proprio la frase. Wow! Vespa dice che i membri dell’Italia dei Valori non hanno voluto partecipare alla trasmissione (e ci credo, su otto persone, cinque sono indagate o vicino ad indagati, gli altri due sono fieramente “garantisti” e l’ultimo non ho ancora capito chi sia…sette contro uno mi pare esagerato). Parleranno di Napoli, di Pescara, di Cristiano Di Pietro. Di Legge Alfano manco l’ombra!

Aggiornamento 00:52: Tutti contro Di Pietro. Finora hanno parlato in quattro (fra i quali Gasparri che dopo aver parlato un quarto d’ora dice: «ma non è bello parlare degli assenti»). Al peggio non c’è veramente fine!

Aggiornamento 00:56: Ma senza l’immunità parlamentare Gasparri direbbe le stesse cose? Brutti (PD) dice che non è corretto attribuire a Di Pietro i guai del figlio. Castelli e Gasparri quasi lo prendono a calci in bocca. Rivoglio Schifani!

Aggiornamento 01:00: Brutti ha già finito di parlare. Adesso tocca a Buttiglione: anche lui attacca Di Pietro, ma almeno dice che “stiamo peggio che durante Tangentopoli perché non c’è più fiducia nella magistratura”. Gasparri e Castelli tentano di strangolarlo. Buttiglione si corregge: la colpa è dei magistrati che non ci sono riusciti. OMG!

Aggiornamento 01:07: (Sembra Twitter) Ah, eccolo dove volevano arrivare: uno (non conosco il nome, ma da come attaccava Di Pietro sembrava un azzurro…anche per la cravatta) introduce la riforma della giustizia. Polito cita Nugnes, l’ex assessore napoletano che si è suicidato, distorcendo i fatti. Voglio ricapitolarli in ordine cronologico: 1) Nugnes viene intercettato; 2) Nugnes viene informato che è indagato per gli scontri di Pianura; 3) L’inchiesta si basa su intercettazioni (ma non lo sa ancora nessuno, tranne gli interessati); 4) Nugnes capisce che è stato intercettato anche per il malaffare Magnanapoli e si suicida; 5) Esce fuori che Nugnes era indagato anche per Magnanapoli ed escono le intercettazione.

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