Catania specchio d’Italia

Ho letto con grande interesse l’articolo odierno su PoliticaLive. Si parla della città di Catania in Sicilia e di come essa sia in un profondo rosso.

Un po’ di storia: nel 2000 viene eletto sindaco della città tal Umberto Scapagnini, medico personale di Silvio Berlusconi (sì, il medico che ha affermato che Berlusconi è immortale – dove si è laureato in medicina? All’università di Hogwarts?). La città soffre di tutti i problemi delle città meridionali (disoccupazione, criminalità organizzata, ecc.), ma nulla di particolarmente grave. Scapagnini rimarrà al potere per otto anni: i suoi concittadini lo soprannominano “Champagnini” e anche se porta la città alla bancarotta, continuano a votare, inspiegabilmente, per lui e per il suo successore, tutti del PdL.

Oggi Catania versa in un coma profondo. C’è un buco nel bilancio comunale di almeno 900 milioni di euro, la disoccupazione è ancora altissima, l’economia è ancora immobile (perfino l’IKEA scappa) e i giornali parlano praticamente solo del Catania Calcio e di qualche fatterello di cronaca. A livello locale, un solo imprenditore ha il controllo dei media: è Mario Ciancio Sanfilippo, consigliere e vicepresidente dell’ANSA (sì, proprio la maggiore agenzia di stampa italiana). L’eurodeputato Fava ha più volte fatto notare come, sui media in possesso di Ciancio, la parola mafia sia come le mosche bianche: più unica che rara.

A Catania non si pagano gli stipendi agli spazzini, e Catania sembra Napoli, con i rifiuti accumulati per le strade. Non si pagano gli stipendi agli accalappiacani e i randagi sono i padroni delle strade.

Ci sono istituzioni che dipendono dal Comune: scuole e conventi hanno bisogno dei soldi per pagare l’affitto dei locali, ma i soldi non ci sono, e gli sfratti sono imminenti. Per i libri è ancora peggio: visto che il comune non paga, anche i buoni libri sono carta straccia. La bancarotta spezza le gambe dei giovani.

Buona parte della città e anche il centro storico è al buio: la città deve all’ente per l’energia oltre sedici milioni. Normale che i fili venissero tagliati. Altri fornitori aspettano 140 milioni di euro. I vigili non ricevono lo stipendio, e vanno a passeggio come semplici cittadini.

Intanto Catania è diventata la città più illegale d’Europa, stronca il presente e il futuro della città. Per rilanciare il tutto, il sindaco ha aperto due stabilimenti balneari da 300 mila euro, subito sequestrati perché abusivi. Altri soldi buttati. E non sono gli unici: la procura a luglio ha inviato altri 40 avvisi di garanzia.

Qualcuno si è chiesto dove fossero finiti quei 900 milioni di euro. Ha ricevuto una lettera anonima con una frase eloquente: «Non rompere più la minchia». Dovrebbe avere la scorta, ma non ci sono soldi per pagargliela, e deve scappare.

Qualcuno si è chiesto che fine ha fatto Scapagnini. Berlusconi ha voluto il suo medico personale il più vicino possibile, in Parlamento. Anche Scapagnini è plurindagato e pure condannato. Come tanti altri condannati, ha trovato rifugio in Parlamento, come Totò Cuffaro e Berlusconi stesso.

Qualcuno si è chiesto come mai i media non ne abbiano parlato: Catania è la nona città d’Italia e ha un milione di abitanti, un buco del genere non può passare inosservato. Ma come ho già detto, l’unico Catania di cui si parla è il Catania Calcio e, ogni tanto, qualche fatterello di cronaca. La maggiore agenzia di stampa italiana, d’altro canto, vede ai suoi vertici il re dei media catanesi, che sembra appartenere al partito del “la mafia non esiste”. Il medico personale di Silvio non può essere messo alla gogna sui media: Scapagnini non può essere richiamato alle sue responsabilità. Né Vespa, né Mentana, né nessun altro potrà mai chiedere: «Onorevole, dove sono finiti quei 900 milioni di euro?».

Un po’ come chiedere a Berlusconi da dove provengono i soldi della Fininvest, quali siano i rapporti con la mafia, che intende(va) fare nella P2 e tantissime altre domande. La risposta a tutte queste domande è sempre una sola: il vuoto pneumatico. Tale medico, tale paziente?

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22 Comments

  1. Se mi si permette, farei qualche appunto:
    1. la città di Catania non ha un milione di abitanti (a superare quella soglia sono Roma, Milano e Napoli), bensì 298.957. L’area metropolitana conta 752.895.
    2. le affermazioni di Scapagnini, come tuo solito quando si parla di Berlusconi, sono travisate. Il medico del PdCdM ha detto che «tecnicamente è quasi immortale» con fare volutamente ironico, mentre la spiegazione del rapporto tra età anagrafica e biologica è ben spiegato nell’articolo del Corriere della Sera che tu hai prontamente segnalato.
    3. (ma questo è un commento, non tanto un appunto) nelle casse di Roma c’è un buco di bilancio di 7 miliardi di euro, e il fatto che Veltroni bolli queste affermazioni come «propaganda fascista» non fanno altro che confermare come la sua gestione dell’Urbe sia stata vergognosamente fallimentare. Gli unici progressi fatti dalla Roma veltroniana sono stati in campo culturale, con la Festa del Cinema e la Notte Bianca, manifestazione peraltro neanche necessaria. A Veltroni, oltre al buco di bilancio, va riconosciuto il fallimento della candidatura della Capitale per le Olimpiadi del 2016, che, insieme all’Expo 2015, avrebbero costituito un biennio straordinario per il rilancio del paese. Settantamila posti di lavoro su, almeno quattro-cinque volte di più giù, avrebbero dato un salutare scossone all’economia. Se gli effetti di Torino 2006 si sono visti in quell’anno e nel 2007, quelli di una olimpiade estiva sarebbero durati almeno 5 anni. A Roma sai come lo chiamano San Walter? «Er sindaco festaiolo», poiché in 8 anni ha pensato solo alle feste, lasciando buchi dappertutto, dal bilancio alle strade (e se quelli del bilancio sono verificabili da pochi, quelli delle strade sono sotto gli pneumatici di tutti)

    Poi, quello che dico io è «propaganda», difatti l’altro giorno mi è apparso in sogno il Duce e mi ha messo a capo del MinCulPop, con Bondi sottosegretario alla censura e al cinema. Eh già, i peperoni la sera sarebbe meglio non mangiarli 😛 (Non strumentalizzare la mia ironia, per favore)

  2. Se mi si permette, farei qualche appunto:
    1. la città di Catania non ha un milione di abitanti (a superare quella soglia sono Roma, Milano e Napoli), bensì 298.957. L’area metropolitana conta 752.895.
    2. le affermazioni di Scapagnini, come tuo solito quando si parla di Berlusconi, sono travisate. Il medico del PdCdM ha detto che «tecnicamente è quasi immortale» con fare volutamente ironico, mentre la spiegazione del rapporto tra età anagrafica e biologica è ben spiegato nell’articolo del Corriere della Sera che tu hai prontamente segnalato.
    3. (ma questo è un commento, non tanto un appunto) nelle casse di Roma c’è un buco di bilancio di 7 miliardi di euro, e il fatto che Veltroni bolli queste affermazioni come «propaganda fascista» non fanno altro che confermare come la sua gestione dell’Urbe sia stata vergognosamente fallimentare. Gli unici progressi fatti dalla Roma veltroniana sono stati in campo culturale, con la Festa del Cinema e la Notte Bianca, manifestazione peraltro neanche necessaria. A Veltroni, oltre al buco di bilancio, va riconosciuto il fallimento della candidatura della Capitale per le Olimpiadi del 2016, che, insieme all’Expo 2015, avrebbero costituito un biennio straordinario per il rilancio del paese. Settantamila posti di lavoro su, almeno quattro-cinque volte di più giù, avrebbero dato un salutare scossone all’economia. Se gli effetti di Torino 2006 si sono visti in quell’anno e nel 2007, quelli di una olimpiade estiva sarebbero durati almeno 5 anni. A Roma sai come lo chiamano San Walter? «Er sindaco festaiolo», poiché in 8 anni ha pensato solo alle feste, lasciando buchi dappertutto, dal bilancio alle strade (e se quelli del bilancio sono verificabili da pochi, quelli delle strade sono sotto gli pneumatici di tutti)

    Poi, quello che dico io è «propaganda», difatti l’altro giorno mi è apparso in sogno il Duce e mi ha messo a capo del MinCulPop, con Bondi sottosegretario alla censura e al cinema. Eh già, i peperoni la sera sarebbe meglio non mangiarli 😛 (Non strumentalizzare la mia ironia, per favore)

  3. 1) ovviamente intendevo l’area metropolitana;
    2) ovviamente ero ironico anche io (tra l’altro, il medico è lui, e un medico che ironizza in questo modo è da crocifiggere, ma ovviamente è il mio POV)
    3) sei pregato di non pendere dalle labbra di Cicchitto e Berlusconi: non è un buco di bilancio ovvero un deficit, bensì un debito, cosa ben diversa. Per farti un esempio, se l’Italia avesse un rapporto deficit/PIL pari a zero, continuerebbe ad avere un rapporto debito/PIL del 120%. Ancora, la Regione Lazio ha un debito di dieci miliardi accumulato dalla gestione di centrodestra, ma la situazione non è pericolosa, proprio perché si tratta di debito, non di deficit. Perché si parla più del primo rapporto (il deficit/PIL) che del secondo? Perché l’Europa insiste sul primo più che sul secondo? Ovvio, il primo è più grave perché non solo aumenta il debito, ma lo Stato deve emettere nuovo debito per pagare gli interessi, in una spirale che si allarga sempre più. Al contrario una struttura finanziaria stabile (ovvero un debito alto, ma stabile) è largamente accettabile (anche se non auspicabile). Si tratta di nozioni elementari di finanza aziendale.
    Detto ancora in altre parole: il debito riguarda il lato di destra dello Stato Patrimoniale (ovvero le passività, i prestiti, i debiti, i mutui), il deficit riguarda il Conto Economico, ovvero c’è deficit quando i costi (la colonna di sinistra) superano i ricavi (la colonna di destra). Il debito è una somma, il deficit è una differenza.
    Ancora meglio: se tuo padre ha comprato un megavillone da un milione di euro con un mutuo e riesce a pagare le rate perché il suo stipendio glielo permette, ha un debito enorme, ma non è in dissesto (se la rata è 60 e lo stipendio è 100, ha un rapporto deficit/PIL negativo, ovvero -40%). Se invece il suo stipendio, poniamo, è giusto la metà della rata del mutuo, allora tuo padre è in deficit (ha un rapporto deficit/PIL del 100%, ma il rapporto debito/PIL è uguale al precedente, perché parliamo sempre del villone da un milione di euro), ed è decisamente inguaiato, perché deve aprire un altro mutuo per poter pagare il mutuo del megavillone. Converrai che la prima situazione è diversissima dalla seconda. E questo è il problema Roma: un debito alto, ma senza deficit (non grave, almeno, diciamo accettabile).
    Ora qual è la differenza fra Roma e Catania? Semplice: un Comune, a differenza dello Stato, può emettere debito solo per finanziare determinate opere (“emetto queste obbligazioni per costruire questo ponte”). Questo significa che non può emettere debito a caso, ovvero senza dichiarare prima cosa ci farà con quei soldi. A Roma il debito (che, tra l’altro, non è neppure altissimo, il debito pro capite è inferiore a quello di Milano di un 300 euro) è stato utilizzato per tutta una serie di opere, mentre il denaro da tasse (ovvero da gestione ordinaria) è stato utilizzato per quello che serviva (poi, ovviamente, possono esserci tranquillamente cose fatte male, succede ovunque, ma la bolletta dell’ENEL a Roma continua ad essere pagata, le strade ripulite, etc., insomma niente di straordinario). A Catania, invece, in modo alquanto inspiegabile, non si riesce neppure a pagare la bolletta dell’ENEL, né gli spazzini (che tra l’altro dovrebbero essere pagati con la TARSU, una tassa apposita per i rifiuti: che fine ha fatto? Questa è la cosa più inspiegabile), né gli accalappiacani, né a pagare gli affitti per le scuole. Qua sono letteralmente spariti 900 milioni: non si tratta né di debito, ma di deficit, di buco. Spero sia chiara la differenza. Quei 900 milioni non venivano da un debito, ma dovevano essere coperti dalle tasse, a cominciare dalla TARSU, che è specificatamente da usarsi per i rifiuti.
    Infine, Veltroni è un festaiolo? Pazienza, avrà commesso delle sciocchezze, le strade fanno schifo pure a Milano, la metro 1 in certe stazioni è veramente pietosa, insomma le scemenze da inefficienza si fanno ovunque, ma rimaniamo nella media (bassa) della politica italiana. Ma il caso Catania è veramente patologico: Veltroni non ha lasciato Roma al buio, sommersa dai rifiuti e assediata dai cani. Le strade sconnesse ci sono ovunque, ma uno scenario come quello catanese non c’è in nessuna città d’Italia: non si tratta di debito, ma proprio di buco. Soldi che la città ha incassato con le tasse ma che non sono stati usati per quello che dovevano. Spero che questo sia chiaro.

  4. 1) ovviamente intendevo l’area metropolitana;
    2) ovviamente ero ironico anche io (tra l’altro, il medico è lui, e un medico che ironizza in questo modo è da crocifiggere, ma ovviamente è il mio POV)
    3) sei pregato di non pendere dalle labbra di Cicchitto e Berlusconi: non è un buco di bilancio ovvero un deficit, bensì un debito, cosa ben diversa. Per farti un esempio, se l’Italia avesse un rapporto deficit/PIL pari a zero, continuerebbe ad avere un rapporto debito/PIL del 120%. Ancora, la Regione Lazio ha un debito di dieci miliardi accumulato dalla gestione di centrodestra, ma la situazione non è pericolosa, proprio perché si tratta di debito, non di deficit. Perché si parla più del primo rapporto (il deficit/PIL) che del secondo? Perché l’Europa insiste sul primo più che sul secondo? Ovvio, il primo è più grave perché non solo aumenta il debito, ma lo Stato deve emettere nuovo debito per pagare gli interessi, in una spirale che si allarga sempre più. Al contrario una struttura finanziaria stabile (ovvero un debito alto, ma stabile) è largamente accettabile (anche se non auspicabile). Si tratta di nozioni elementari di finanza aziendale.
    Detto ancora in altre parole: il debito riguarda il lato di destra dello Stato Patrimoniale (ovvero le passività, i prestiti, i debiti, i mutui), il deficit riguarda il Conto Economico, ovvero c’è deficit quando i costi (la colonna di sinistra) superano i ricavi (la colonna di destra). Il debito è una somma, il deficit è una differenza.
    Ancora meglio: se tuo padre ha comprato un megavillone da un milione di euro con un mutuo e riesce a pagare le rate perché il suo stipendio glielo permette, ha un debito enorme, ma non è in dissesto (se la rata è 60 e lo stipendio è 100, ha un rapporto deficit/PIL negativo, ovvero -40%). Se invece il suo stipendio, poniamo, è giusto la metà della rata del mutuo, allora tuo padre è in deficit (ha un rapporto deficit/PIL del 100%, ma il rapporto debito/PIL è uguale al precedente, perché parliamo sempre del villone da un milione di euro), ed è decisamente inguaiato, perché deve aprire un altro mutuo per poter pagare il mutuo del megavillone. Converrai che la prima situazione è diversissima dalla seconda. E questo è il problema Roma: un debito alto, ma senza deficit (non grave, almeno, diciamo accettabile).
    Ora qual è la differenza fra Roma e Catania? Semplice: un Comune, a differenza dello Stato, può emettere debito solo per finanziare determinate opere (“emetto queste obbligazioni per costruire questo ponte”). Questo significa che non può emettere debito a caso, ovvero senza dichiarare prima cosa ci farà con quei soldi. A Roma il debito (che, tra l’altro, non è neppure altissimo, il debito pro capite è inferiore a quello di Milano di un 300 euro) è stato utilizzato per tutta una serie di opere, mentre il denaro da tasse (ovvero da gestione ordinaria) è stato utilizzato per quello che serviva (poi, ovviamente, possono esserci tranquillamente cose fatte male, succede ovunque, ma la bolletta dell’ENEL a Roma continua ad essere pagata, le strade ripulite, etc., insomma niente di straordinario). A Catania, invece, in modo alquanto inspiegabile, non si riesce neppure a pagare la bolletta dell’ENEL, né gli spazzini (che tra l’altro dovrebbero essere pagati con la TARSU, una tassa apposita per i rifiuti: che fine ha fatto? Questa è la cosa più inspiegabile), né gli accalappiacani, né a pagare gli affitti per le scuole. Qua sono letteralmente spariti 900 milioni: non si tratta né di debito, ma di deficit, di buco. Spero sia chiara la differenza. Quei 900 milioni non venivano da un debito, ma dovevano essere coperti dalle tasse, a cominciare dalla TARSU, che è specificatamente da usarsi per i rifiuti.
    Infine, Veltroni è un festaiolo? Pazienza, avrà commesso delle sciocchezze, le strade fanno schifo pure a Milano, la metro 1 in certe stazioni è veramente pietosa, insomma le scemenze da inefficienza si fanno ovunque, ma rimaniamo nella media (bassa) della politica italiana. Ma il caso Catania è veramente patologico: Veltroni non ha lasciato Roma al buio, sommersa dai rifiuti e assediata dai cani. Le strade sconnesse ci sono ovunque, ma uno scenario come quello catanese non c’è in nessuna città d’Italia: non si tratta di debito, ma proprio di buco. Soldi che la città ha incassato con le tasse ma che non sono stati usati per quello che dovevano. Spero che questo sia chiaro.

  5. Ok, d’accordo, dopo questa lezione di economia mi arrendo ^_^ Ma vorrei una spiegazione: dalla Garzantina della finanza che ho in biblioteca, leggo che il debito pubblico è «risultante cumulativa dei prestiti che lo stato e gli altri enti che appartengono al settore pubblico contraggono periodicamente per far fronte ai saldi negativi di bilancio». Ciò vuol dire che il saldo negativo di bilancio, risultante da X attività, viene “curato” accendendo ulteriori prestiti, e accrescendo così il problema della restituzione dei soldi, che pur deve avvenire, o nel caso dello stato i prestiti sono i titoli, ovvero BOT, CCT e compagnia bella?

  6. Ok, d’accordo, dopo questa lezione di economia mi arrendo ^_^ Ma vorrei una spiegazione: dalla Garzantina della finanza che ho in biblioteca, leggo che il debito pubblico è «risultante cumulativa dei prestiti che lo stato e gli altri enti che appartengono al settore pubblico contraggono periodicamente per far fronte ai saldi negativi di bilancio». Ciò vuol dire che il saldo negativo di bilancio, risultante da X attività, viene “curato” accendendo ulteriori prestiti, e accrescendo così il problema della restituzione dei soldi, che pur deve avvenire, o nel caso dello stato i prestiti sono i titoli, ovvero BOT, CCT e compagnia bella?

  7. La finanza pubblica è un po’ più complicata, e io temo di non aver capito bene la tua domanda. Però ci provo. 🙂
    Il debito pubblico risulta dalla somma di tutte le passività di tutti gli enti pubblici, dallo Stato ai comuni.
    Ora, se la gestione corrente ha saldo negativo (ovvero i costi sono maggiori dei ricavi) si interviene in modi diversi, aumentando il debito. Gli enti “minori”, per legge, non possono emettere bond (ovvero BOT, CCT,…) a meno che non specifichino esattamente a cosa serve tale spesa e se l’impegno non è gravoso (ovvero se sono in grado di ripagarlo senza ulteriori oneri per lo Stato, ovvero se non si tratta di junk-bond, ovvero ancora di obbligazioni che il Comune non sarà probabilmente in grado di ripagare).
    Lo Stato, invece, può emettere liberamente del debito (BOT, CCT, ecc – ed è stata questa a nostra rovina, la mancanza di limiti nella prima Repubblica).
    C’è da precisare che sia i mutui che i bond sono prestiti, e che i debiti vanno sempre pagati in qualche modo. Quando non ce la si fa, o si va in bancarotta oppure lo Stato si cancella i debiti d’imperio (e le conseguenze sono pessime in entrambi i casi).

  8. La finanza pubblica è un po’ più complicata, e io temo di non aver capito bene la tua domanda. Però ci provo. 🙂
    Il debito pubblico risulta dalla somma di tutte le passività di tutti gli enti pubblici, dallo Stato ai comuni.
    Ora, se la gestione corrente ha saldo negativo (ovvero i costi sono maggiori dei ricavi) si interviene in modi diversi, aumentando il debito. Gli enti “minori”, per legge, non possono emettere bond (ovvero BOT, CCT,…) a meno che non specifichino esattamente a cosa serve tale spesa e se l’impegno non è gravoso (ovvero se sono in grado di ripagarlo senza ulteriori oneri per lo Stato, ovvero se non si tratta di junk-bond, ovvero ancora di obbligazioni che il Comune non sarà probabilmente in grado di ripagare).
    Lo Stato, invece, può emettere liberamente del debito (BOT, CCT, ecc – ed è stata questa a nostra rovina, la mancanza di limiti nella prima Repubblica).
    C’è da precisare che sia i mutui che i bond sono prestiti, e che i debiti vanno sempre pagati in qualche modo. Quando non ce la si fa, o si va in bancarotta oppure lo Stato si cancella i debiti d’imperio (e le conseguenze sono pessime in entrambi i casi).

  9. Quindi la soluzione per diminuire il passivo è solo quella di chiedere prestiti sotto forma di obbligazioni? Perché io penso (da profano dell’economia) che, se il cittadino che “acquista” un tot. numero di BOT, da nell’immediato sollievo alle “casse” statali, lo stato poi (dopo un dato periodo di tempo, 5-10-20 anni), deve restituire questi soldi più gli interessi. Ma se non ci riesce? Cioè, non sarebbe meglio tagliare le spese permettendo così un consolidamento economico che non derivi dai prestiti, qualsiasi sia la modalità? Come cosa mi ricorda molto i mutui subprime: anche se so che sei insolvente, ti presto soldi, a mio rischio e pericolo, poi tu (e io lo sapevo) non me li restituisci, e io vado fallito. Mah, l’economia è una scienza incredibilmente difficile 😀 (Comunque auto-cancellarsi i debiti è pazzesco, manderebbe gambe all’aria risparmiatori, istituti di credito, nonché la credibilità del paese)

  10. Quindi la soluzione per diminuire il passivo è solo quella di chiedere prestiti sotto forma di obbligazioni? Perché io penso (da profano dell’economia) che, se il cittadino che “acquista” un tot. numero di BOT, da nell’immediato sollievo alle “casse” statali, lo stato poi (dopo un dato periodo di tempo, 5-10-20 anni), deve restituire questi soldi più gli interessi. Ma se non ci riesce? Cioè, non sarebbe meglio tagliare le spese permettendo così un consolidamento economico che non derivi dai prestiti, qualsiasi sia la modalità? Come cosa mi ricorda molto i mutui subprime: anche se so che sei insolvente, ti presto soldi, a mio rischio e pericolo, poi tu (e io lo sapevo) non me li restituisci, e io vado fallito. Mah, l’economia è una scienza incredibilmente difficile 😀 (Comunque auto-cancellarsi i debiti è pazzesco, manderebbe gambe all’aria risparmiatori, istituti di credito, nonché la credibilità del paese)

  11. Il problema non è tanto se è il cittadino italiano ad acquistare i titoli di Stato, ma quando si tratta di entità estere. La Cina impiega i proventi delle sue esportazioni anche per acquistare debito USA, e questo gli serve per strangolare l’azione degli USA (prova a immaginare se la Cina d’un tratto chiedesse il rimborso di tutti i titoli che ha…sarebbe una tragedia per l’economia mondiale, non solo statunitense).
    Chiedere prestiti per coprire il passivo è una soluzione di breve, ma non di lungo. Il prestito, nel caso degli Stati, dovrebbe servire a far differire un’entrata di cassa (ovvero ad abbassare le tasse nell’anno t o a coprire una spesa senza alzare le tasse nell’anno t – ed eventuali successivi), ma prima o poi quei soldi andranno tirati fuori (ovvero bisognerà alzare le tasse nell’anno t+x). L’Italia però non solo ha un debito altissimo, ma ha pure un’altissima pressione fiscale, che negli anni non è quasi mai stata usata per far scendere il debito, ma per finanziare di solito nuovi sprechi: nella prima Repubblica, prima di Maastricht, si ripagava il debito emettendo nuovo debito, ovvero scaricando quest’onere sulle generazioni future: il mio manuale di macroeconomia (al capitolo: Elevato debito pubblico – sic) fa notare che l’enorme debito è stato accumulato in tempo di pace (fatto straordinario). Craxi ebbe la congiuntura economica giusta per risolvere la situazione, ma anche lui preferì rimandare. Poi arrivò Maastricht e l’Italia era abbondantemente fuori dai parametri, ma invece che risolvere definitivamente la questione, i governi Amato-Ciampi-Prodi (fra il 1991 e il 1998) da un lato alzarono le tasse (giustamente, come ho detto prima, prima o poi le tasse dovranno essere alzate, ma non abbastanza perché, sostenne Ciampi come ministro dell’economia, l’Italia non era in grado di sostenere una contrazione tanto onerosa), ma dall’altro lato Ciampi si inventò una serie di trucchi contabili che differirono i problemi del entrare nel Trattato agli anni successivi: ad accorgersene furono Giavazzi, il Nobel Modigliani e i tedeschi, i quali erano i più penalizzati da queste manovre, poiché lo spread fra lira e marco scese da 190 a 30 punti grazie a questi interventi “fittizi”. Una volta fissato il cambio, infatti, l’Italia poté scaricare parte di questo peso proprio sulla povera Germania. Però l’Italia perse anche quel treno, sia per colpa di governi di centrosinistra allo sbaraglio, che succedettero a Prodi, sia (ovviamente) per colpa dei cinque anni di governo Berlusconi di cui ho abbondantemente parlato in passato.
    Quindi ci troviamo in una situazione in cui non è possibile alzare le tasse per coprire il debito è improponibile, quindi l’unico modo per far diminuire il debito è tagliare le spese. Non c’è più alcuna Germania su cui scaricare la nostra polvere, né ci sono modi per rimandare ancora questa questione.
    Mi sono dilungato, ma come sai mi fa piacere parlare di queste cose. Magari un’altra volta ne parlerò in un articolo, così potrò aggiungere fonti e collegamenti. 🙂

  12. Il problema non è tanto se è il cittadino italiano ad acquistare i titoli di Stato, ma quando si tratta di entità estere. La Cina impiega i proventi delle sue esportazioni anche per acquistare debito USA, e questo gli serve per strangolare l’azione degli USA (prova a immaginare se la Cina d’un tratto chiedesse il rimborso di tutti i titoli che ha…sarebbe una tragedia per l’economia mondiale, non solo statunitense).
    Chiedere prestiti per coprire il passivo è una soluzione di breve, ma non di lungo. Il prestito, nel caso degli Stati, dovrebbe servire a far differire un’entrata di cassa (ovvero ad abbassare le tasse nell’anno t o a coprire una spesa senza alzare le tasse nell’anno t – ed eventuali successivi), ma prima o poi quei soldi andranno tirati fuori (ovvero bisognerà alzare le tasse nell’anno t+x). L’Italia però non solo ha un debito altissimo, ma ha pure un’altissima pressione fiscale, che negli anni non è quasi mai stata usata per far scendere il debito, ma per finanziare di solito nuovi sprechi: nella prima Repubblica, prima di Maastricht, si ripagava il debito emettendo nuovo debito, ovvero scaricando quest’onere sulle generazioni future: il mio manuale di macroeconomia (al capitolo: Elevato debito pubblico – sic) fa notare che l’enorme debito è stato accumulato in tempo di pace (fatto straordinario). Craxi ebbe la congiuntura economica giusta per risolvere la situazione, ma anche lui preferì rimandare. Poi arrivò Maastricht e l’Italia era abbondantemente fuori dai parametri, ma invece che risolvere definitivamente la questione, i governi Amato-Ciampi-Prodi (fra il 1991 e il 1998) da un lato alzarono le tasse (giustamente, come ho detto prima, prima o poi le tasse dovranno essere alzate, ma non abbastanza perché, sostenne Ciampi come ministro dell’economia, l’Italia non era in grado di sostenere una contrazione tanto onerosa), ma dall’altro lato Ciampi si inventò una serie di trucchi contabili che differirono i problemi del entrare nel Trattato agli anni successivi: ad accorgersene furono Giavazzi, il Nobel Modigliani e i tedeschi, i quali erano i più penalizzati da queste manovre, poiché lo spread fra lira e marco scese da 190 a 30 punti grazie a questi interventi “fittizi”. Una volta fissato il cambio, infatti, l’Italia poté scaricare parte di questo peso proprio sulla povera Germania. Però l’Italia perse anche quel treno, sia per colpa di governi di centrosinistra allo sbaraglio, che succedettero a Prodi, sia (ovviamente) per colpa dei cinque anni di governo Berlusconi di cui ho abbondantemente parlato in passato.
    Quindi ci troviamo in una situazione in cui non è possibile alzare le tasse per coprire il debito è improponibile, quindi l’unico modo per far diminuire il debito è tagliare le spese. Non c’è più alcuna Germania su cui scaricare la nostra polvere, né ci sono modi per rimandare ancora questa questione.
    Mi sono dilungato, ma come sai mi fa piacere parlare di queste cose. Magari un’altra volta ne parlerò in un articolo, così potrò aggiungere fonti e collegamenti. 🙂

  13. No: il Governo ha tagliato le spese, ma ha anche abolito diverse tasse (ICI, straordinari…), il che significa meno uscite ma anche meno entrate. Le due cose si sono annullate a vicenda (anzi, stando a lavoce.info, la cosa ha creato un nuovo, piccolo deficit).

  14. No: il Governo ha tagliato le spese, ma ha anche abolito diverse tasse (ICI, straordinari…), il che significa meno uscite ma anche meno entrate. Le due cose si sono annullate a vicenda (anzi, stando a lavoce.info, la cosa ha creato un nuovo, piccolo deficit).

  15. Questo è vero, ma è tangibile anche la necessità dei cittadini di riuscire con i loro stipendi, già miseri, a poter avere un potere d’acquisto maggiore. E dunque, o detassi o aumenti gli stipendi. Ma non siamo un paese ad economia socialista, non tutti hanno gli stessi stipendi e non è lo stato che paga (almeno non sugli statali), dunque un’operazione per l’aumento degli stipendi è impensabile

  16. Questo è vero, ma è tangibile anche la necessità dei cittadini di riuscire con i loro stipendi, già miseri, a poter avere un potere d’acquisto maggiore. E dunque, o detassi o aumenti gli stipendi. Ma non siamo un paese ad economia socialista, non tutti hanno gli stessi stipendi e non è lo stato che paga (almeno non sugli statali), dunque un’operazione per l’aumento degli stipendi è impensabile

  17. Ok, ma a) pianificare prima di abolire sarebbe stato meglio, se non altro per evitare il deficit; b) non tagliare indiscriminatamente, ma mantenere le radici per il futuro (Tremonti ha tagliato anche la ricerca). Poi ci sono le spese “previste”, tipo le multe dell’Unione Europea che sarebbero evitabili. Tra l’altro la situazione non sembra essere granché rosea: http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200808181215482858&chkAgenzie=TMFI

  18. Ok, ma a) pianificare prima di abolire sarebbe stato meglio, se non altro per evitare il deficit; b) non tagliare indiscriminatamente, ma mantenere le radici per il futuro (Tremonti ha tagliato anche la ricerca). Poi ci sono le spese “previste”, tipo le multe dell’Unione Europea che sarebbero evitabili. Tra l’altro la situazione non sembra essere granché rosea: http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200808181215482858&chkAgenzie=TMFI

  19. Precisiamo subito tutto…sono Catanese e orgoglioso di esserlo vivo in questa città e non respiro lo smog e lo stress di milano e nord in generale, non mi è mai successo nulla, la delinquenza e la mafia ormai è estesa dappertutto non è solo qui da noi…il comune si è mangiato e continua a mangiare soldi ma questo non succede solo qui ma in tutta Italia…sono spariti questi 900 milioni è vero…ma non è assolutamente vero che per strada ci sono rifiuti cani randagi e che le strade sono buie, prima di parlare informatevi in prima persona non infangate continuamente la nostra città…cammino per strada in macchina abbastanza spesso non ho mai visto spazzatura in eccesso, mai visto branchi di cani, e mai trovato una strada buia…ogni notte torno a casa alle 4 e mai nessun cane mi ha sbranato e nessuno mi ha fatto niente, a milano sarei già rimasto senza soldi e peggio se fossi stato donna mi avrebbero violentato…

  20. Precisiamo subito tutto…sono Catanese e orgoglioso di esserlo vivo in questa città e non respiro lo smog e lo stress di milano e nord in generale, non mi è mai successo nulla, la delinquenza e la mafia ormai è estesa dappertutto non è solo qui da noi…il comune si è mangiato e continua a mangiare soldi ma questo non succede solo qui ma in tutta Italia…sono spariti questi 900 milioni è vero…ma non è assolutamente vero che per strada ci sono rifiuti cani randagi e che le strade sono buie, prima di parlare informatevi in prima persona non infangate continuamente la nostra città…cammino per strada in macchina abbastanza spesso non ho mai visto spazzatura in eccesso, mai visto branchi di cani, e mai trovato una strada buia…ogni notte torno a casa alle 4 e mai nessun cane mi ha sbranato e nessuno mi ha fatto niente, a milano sarei già rimasto senza soldi e peggio se fossi stato donna mi avrebbero violentato…

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